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«Detesto l'uomo che manda giù il cibo non sapendo cosa mangia. Dubito del suo gusto in cose più importanti». Come dare torto al poeta londinese Charles Lamb. Oggi come allora è giusto che torni un minimo di consapevolezza sulla tavola e prima ancora, in cucina e nella cultura della gente. Sedersi ad una tavola e non porsi nemmeno il problema di cosa si stia mangiando, non solo denota un pessimo amor proprio – homo faber est fortunae suae, ma evidenzia una superficialità culturale preoccupante. Meglio ancora allora se la consapevolezza comincia a prendere forma in cucina. Cuochi responsabili potranno essere i migliori ambasciatori di ciò che mangiamo.