saldi3_1.jpgDopo un Natale in chiaroscuro ora tutte le attese degli esercenti, in particolare nel settore dell’abbigliamento, si rivolgono ai saldi che, formalmente iniziano il 3 gennaio, ma che di fatto hanno già aperto i battenti con vendite promozionali rivolte alla clientela più fidelizzata. «La crisi dei consumi che ormai va avanti dal 2008 con una flessione complessiva in sette anni del 23%, in queste festività natalizie, ha registrato dati che gradualmente si stanno assestando – ha commentato Massimo Vivoli presidente di Confesercenti Toscana –. Insomma un andamento non omogeneo tra le varie aree della Toscana ma complessivamente meno peggio del temuto con qualche segno di timida ripresa».

I consumi tengono sotto le Feste Bene le città d’arte, anche nell’abbigliamento, Firenze si trova in cima alla classifica dei capoluoghi di provincia per flusso di turisti (+5%). «I dati segnano un segno positivo nel comparto alimentare – aggiunge Vivoli –. La tradizione del Natale in famiglia ha contribuito ad una lieve crescita dei consumi (+1,5%). Molto bene biancheria intima, maglierie e camiceria e più in generale accessori quali scarpe e borse. Ora l’attesa si sposta sui saldi invernali riservati agli acquisti più importanti per altro dovrebbero essere favoriti da una temperatura in netto calo che si è fatta aspettare e da uno stock d’ invenduto nei negozi d’abbigliamento di grande qualità e a disposizione dei clienti ad un buon prezzo. Difficile fare ipotesi realistiche su quanto gli italiani spenderanno nel periodo dei saldi. Recenti sondaggi parlano di una media di 150-200 euro. L’attesa degli operatori commerciali è grande poiché è proprio in queste occasioni che di norma si realizza il 20-25% di fatturato annuo».

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