No all’asta degli stabilimenti balneari. E’ il grido di allarme che gli imprenditori delle Coste toscane, insieme ai colleghi delle altre spiagge italiane, ripetono ormai sempre con più insistenza dopo che Bruxelles in attuazione della Direttiva Bolkestein ha deciso di mettere all’asta le concessioni demaniali nel 2015. E così, da stamattina, è partita da Tirrenia in provincia di Pisa la carovana dei balneari pisani composta da 19 camper e una cinquantina di auto. Direzione, Roma per aderire alla manifestazione contro la decisione europea.

Le ragioni della protesta Al serpentone di camper e auto si aggiungeranno durante il tragitto anche i balneari di Livorno e Grosseto, mentre domani gli operatori incontreranno nella capitale il presidente della Camera Gianfranco Fini e il ministro del Turismo Piero Gnudi. «Andiamo a Roma – hanno spiegato i balneari toscani – per difendere il lavoro di 30 mila piccole imprese che, in caso di applicazione della direttiva Bolkestein, saranno spazzate via con un tratto di penna. Investimenti di anni, lavoro, sacrifici e qualità unica del servizio, sono azioni concrete che il Governo italiano ha il dovere di far valere in Europa e per questo dovrà recepire le nostre richieste e muoversi attivamente per la salvaguardia del turismo balneare».

Le richieste degli operatori Deroga alla direttiva europea che il 31 dicembre 2015 farà scadere le concessioni demaniali di cui sono titolari (finora rinnovate con il metodo sei anni più sei, in modo automatico) e le porgerà sul piatto del migliore offerente. Deroga al provvedimento che non tiene conto della specificità italiana, con i suoi milletrecento stabilimenti gestiti in larga parte da imprese familiari. Deroga alla normativa che rischia di condurre il settore – indotto in testa – a un veloce collasso.

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