Non c’è caldo che tenga ad attenuare le già roventi polemiche. Non c’è vacanza, mare o montagna, a rinfrescare i bollenti spiriti nel Pd senese. Non sono in quel di Londra i colpi di sciabola e fioretto, da medaglia d’oro, tra schermisti di partito. Colpi che, senza più quelle protezioni e benedizioni della direzione nazionale, tracciano ferite aperte nella pelle e negli organi democratici. Il clima si surriscalda, Scipione, Caronte e Ulisse mitizzano o rendono più mite l’una e l’altra corrente…di partito.

Ex Margerita, m’ami o non m’ami Tuonano i sette ex consiglieri comunali di Siena contro l’elezione di Niccolò Guicciardini alla guida provinciale del partito. Una nomina e una carica che ritengono illegittima alla luce dell’intervento e della risposta ottenuta da Luigi Berlinguer, presidente del collegio nazionale di garanzia del Pd, sulla sospensione degli stessi “dissidenti” Giovanni Bazzini, Anna Gioia, Luca Guideri, Giancarlo Meacci, Lucio Pace, Alessandro Piccini, Gianluca Ranieri. «La competenza di adottare le sospensioni cautelari spetta di norma alle commissioni regionali a seguito di ricorso» sarebbe la risposta di Berlinguer. Tanto perché i dissidenti ex margherita invocassero una nuova votazione per il segretario provinciale. «Le sospensioni decise dalla commissione comunale di garanzia del Pd di Siena erano un atto illegittimo – si legge nella nota stampa dei sette ex consiglieri comunali – […] la commissione comunale non aveva alcun potere per prendere quelle decisioni che hanno illegittimamente impedito l’attività di partito ad alcuni esponenti e dirigenti Pd. Sono da considerarsi illegittime, quindi, tutte le limitazioni poste all’esercizio da parte nostra dei nostri diritti di iscritti e membri eletti di organismi di partito, almeno fino al 4 luglio scorso, dagli organi comunale e territoriale del Pd senese. La sospensione, infatti, poteva essere decisa solo dalla commissione regionale, che si è appunto pronunciata il 4 luglio. A questo punto siamo certi – proseguono gli esponenti del Pd – che la commissione comunale di garanzia non potrà che prendere urgentemente in esame i vari ricorsi presentati sulla legittimità delle assemblee tenute a cui ci è stato impedito illegittimamente di partecipare, quali quelle territoriali che hanno stabilito la modalità di sostituzione della dimissionaria Elisa Meloni e l’elezione di Niccolò Guicciardini. Non prima, certo, di aver finalmente avviato l’esame del ricorso contro l’ex sindaco Ceccuzzi, ricorso presentato ben prima di quello nei nostri confronti ma che al contrario di quest’ultimo è rimasto sino ad oggi in una sorta di inspiegabile limbo».

Un partito senza padroni Lo stesso Niccolò Guicciardini, appena eletto, in un’intervista ad agenziaimpress.it dichiarò di essersi candidato «come il candidato di tutto il Partito Democratico, certamente non di una parte. Detto questo ci sono poi delle regole comuni che dobbiamo condividere. Quello che è successo nel Comune di Siena non deve riaccadere. Per far valere le proprie legittime posizioni ci sono tantissimi strumenti nel nostro partito, che è un partito che non ha padroni, è aperto, è democratico davvero».

Visto da fuori, ma non troppo E se si attendono schiarite o un po’ di fresco da correnti esterne, il meteo democratico non sembra promettere niente di buono anche oltre i confini senesi e anche oltre i confini della stampa senese. Ne La Repubblica di martedì 31 luglio, in un’intervista a firma Andrea Greco, anche il presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti interviene sul sistema senese, la sua Banca e la sua Fondazione sostenendo come Palazzo Sansedoni non abbia seguito la Legge Ciampi senza realizzare l’equilibrio tra componente pubblica e privata nell’organo di indirizzo e, con la complicità del Pd locale, abbia preso decisioni che ne hanno azzerato il patrimonio e inginocchiato la banca. Alla domanda su cosa potrebbe accadere se il piano di rilancio Mps non riuscisse Giuseppe Guzzetti risponde: «non aggiungo altro, se non che mi auguro che il piano abbia successo». Il presidente dell’Acri , ex DC, è da sempre anche molto vicino all’attuale presidente dell’Abi ed ex presidente della Banca Mps Giuseppe Mussari. Una vicinanza testimoniata più volte anche da dichiarazioni, l’ultima sull’atteggiamento nei confronti dell’Eba, in forte sintonia e in forte appoggio all’ex presidente di Rocca Salimbeni.

“Tre idee per il Partito Democratico” Intanto è promossa dallo stesso Partito Democratico senese una campagna di ascolto che possa coinvolgere iscritti ed elettori a proposte per il futuro. “Tre idee per il partito democratico”, questo il titolo della campagna che anima e animerà tutte le feste democratiche della provincia compresa quella alle porte nel capoluogo. A disposizione di tutti i visitatori saranno delle cartoline dedicate all’iniziativa da compilare sul retro e formulare i propri suggerimenti.

Due spunti e accapo Chi più ne ha, più ne metta dunque, di proposte. Non di polemiche per le quali forse il partito è saturo così come è colmo di vincitori in terra di vinti in una partita contro se stessi. Oh, meglio, in una partita giocata coi nomi di sempre e con le modalità di sempre. La più grande sfida sta forse nel sapersi rinnovare, affidarsi a persone veramente nuove e con un nuovo metodo di fare politica, coinvolgere le persone, gli elettori, governare una città e un territorio, con tutto quello che gli appartiene e non con quello che gli è appartenuto, vittime di un cambiamento atteso e insperato ma avvenuto. Nella presa di coscienza di non vivere più nella terra del facile governo, delle parole abusate, degli slogan…e delle idee, che non sono una semplice parola ma un modus operandi e un appiglio alla speranza proprio per quegli elettori e quelle persone che, perlopiù fuori dal partito, oggi sanno leggere non le parole ma la realtà. Quando è in atto una tempesta è inutile continuare a combattere contro i mulini al vento. Meglio cercare refrigerio fuori da un clima infuocato altrimenti quel che si continua a intravedere sono soltanto nubi all’orizzonte.

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