SIENA – Il Purgatorio è la cantica dell’amicizia e dell’arte: i personaggi sono soprattutto musicisti, pittori e poeti; l’arte è ciò di cui si discorre, tra poesia, fede, legami di fraternità. Questa consapevolezza ha contribuito a convincere Federico Tiezzi di iniziare il suo progetto triennale per il settimo centenario della morte di Dante Alighieri con ‘Il Purgatorio, La notte lava la mente’, in scena al Teatro dei Rinnovati venerdì 18 marzo.

Dopo trent’anni dalla sua teatralizzazione del poema dantesco, Tiezzi allestisce ancora, in modo nuovo, tre spettacoli con le drammaturgie create nel passato da grandi autori. Il lavoro è iniziato con il Purgatorio e il testo che elaborò per Tiezzi e la sua compagnia Mario Luzi, uno dei più grandi poeti della seconda metà del Novecento.

«La visione del mondo e dell’uomo che – dice Tiezzi – ci offre la Commedia, opera che contribuisce alla nascita della cultura europea, nel punto di snodo tra l’evo antico e quello moderno, è tra le più vaste e profonde della letteratura di ogni tempo, abbracciando con l’umano tutta la realtà. Le radici della nostra cultura, filosofia, etica, estetica, politica, teatro, affondano nel poema». La poesia di Dante coglie il valore della cultura nella quale l’Europa ancora attinge l’essenza della sua esistenza. «Con questo lavoro – aggiunge Tiezzi – vorrei mostrare come Dante non sia solo il teologo, il moralista, il politico che negli anni di scuola ci è stato presentato: ma anche l’appassionato ricercatore di quella che chiama l’umana felicità, cioè la piena realizzazione dell’uomo».

Le altre due cantiche, che hanno la drammaturgia di Edoardo Sanguineti, Commedia dell’Inferno. Un travestimento dantesco, e di Giovanni Giudici ,‘Il Paradiso. Perché mi vinse il lume d’esta stella, impegneranno il regista e la sua compagnia in questo e nel prossimo anno.

I temi e i protagonisti, l’essenza spirituale e la proiezione terrena, hanno rafforzato la convinzione di Tiezzi di esordire con il Purgatorio. Prepara al grande incontro con Beatrice nel Paradiso Terrestre, dove la fanciulla amata da Dante, maternamente lo rimprovererà per aver perduto la ‘diritta via’ della conoscenza. È anche la cantica della speranza, di cui, ed ecco il valore sempre attuale della Divina Commedia, il momento storico presente ha bisogno. È volontà di un mondo diverso, proteso verso una migliore coscienza della realtà, ma è anche trasformazione e aspirazione al bene.

Questo complesso progetto, regia Federico Tiezzi anche drammaturgia con Sandro Lombardi, è affidato sulla scena a Alessandro Averone, Dario Battaglia, Alessandro Burzotta, Giampiero Cicciò, Francesca Ciocchetti, Martino D’Amico, Salvatore Drago, Giovanni Franzoni, Francesca Gabucci, Leda Kreider, Sandro Lombardi, David Meden, Annibale Pavone, Luca Tanganelli, Debora Zuin; produzione Teatro di Napoli, Compagnia Lombardi-Tiezzi, altri partner.

Nel Purgatorio dove, come scrive Luzi, ‘esiste il tempo’, splende lo stesso sole che illumina la terra abitata; le notti succedono ai giorni, i tramonti alle albe, mentre le anime parlano della vita passata con la nostalgia e la dolcezza di personaggi beckettiani. Sembra di essere ancora nello spazio storico dell’uomo, sulla Terra, ma toccato dalla grazia divina. In questo luogo, il tempo è un’entità, a differenza delle altre due cantiche dove c’è solo l’eternità della sofferenza o della beatitudine. Il poeta, affaticato, può allora pensare di addormentarsi e di sognare. Ed è la presenza dei sogni a distinguere questa cantica, che, nella regia di Tiezzi, conquista la sua nuova attualità di una grande seduta psicanalitica utile all’umanità per ritrovare se stessa. Inizio spettacolo alle 21; si replica sabato 19 e domenica 20 marzo alle 17 (www.teatridisiena.it),

 

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