Foto pagina Fb FICO- Eataly world

Magari non condivido la maggior parte delle cose che dice, ma non riesco a nascondere la mia simpatia per Oscar Farinetti: è veramente uno bravo. E ancora di più furbo.

L’uomo che ha incassato 528 milioni di euro dalla vendita della catena Unieuro, l’inventore del geniale Eataly, colui che ha recentemente inaugurato Fico – Fabbrica Italiana Contadina a Bologna va da tempo ripetendo che per consolidare la ripresa economia in Italia è sufficiente raddoppiare il numero dei turisti, da 50 a 100 milioni ogni anno. E che proprio Fico, il più grande parco agroalimentare del mondo, darà un contributo sostanziale al raggiungimento di questo traguardo.

Il bello è che, anche stavolta, Farinetti ha ragione. Nel senso che ha studiato i numeri ed ha capito – e per primo lo ha anche detto – che arriveremo veramente molto presto a 100 milioni di turisti. Il calcolo è semplice: secondo i dati ufficiali, abbiamo già superato appunto i 50 milioni. Vogliamo aggiungere quel 25% di sommerso che in Italia esiste in tutti i settori? Ecco che già siamo in realtà a 62 milioni di turisti. Con un trend di crescita su scala mondiale che sta sul 5% annuale – senza che governo o regioni facciano nulla – ecco che in meno di 10 anni ci troveremo in casa nostra proprio 100 milioni di turisti. Se poi, come nell’anno in corso, i dati della Unwto – Organizzazione mondiale del turismo delle nazioni unite ci raccontano che questa percentuale di incremento sarà ancora superiore, magari il traguardo potrebbe essere tagliato anche prima. Tanto più che Enit ha veramente cominciato a lavorare forte sui mercati mondiali.

E Mister Unieuro-Eataly-Fico potrà tranquillamente ascriversi gran parte del merito, magari proprio snocciolando i dati degli ingressi alla sua fabbrica contadina, che non ho ancora avuto modo di visitare (è stata inaugurata il 15 novembre), ma da amici attendibili che non hanno resistito alla curiosità, so che è stata costruita con la stessa combinazione di qualità e furbizia commerciale a cui Farinetti ci ha abituati. Ecco che allora bisognerebbe prenderlo sul serio e cominciare a ragionare veramente di quello che viene chiamato “overtourism”, ovvero eccesso di turisti in alcune destinazioni particolarmente famose.

Non è un caso che la stessa Unwto abbia organizzato in occasione del World Market Travel di Londa il primo convegno internazionale dedicato al tema. Al quale – con consueta malinconia – ho dovuto constatare che nessun italiano era stato chiamato (o aveva voluto partecipare) come relatore. Tanto ci penserà Farinetti.

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