Quando stamattina sono arrivata a Casal di Principe ho avuto immediatamente la percezione che qualcosa era cambiato. Si respirava un’aria strana, un vento nuovo. Le espressioni sui volti delle persone sembravano addirittura diverse da quelle che avevo visto in passato. Arrivata davanti alla piazza del Comune ho avuto la certezza che la mia non era solo una sensazione ma che l’elezione a Sindaco di Renato Natale, medico prestato alla politica, da oltre 30 anni in prima linea contro malaffare e camorra, aveva dato ai cittadini una sferzata di energia.

nataleLa gente, solitamente piuttosto riservata e taciturna, aveva voglia di parlare, chiacchierare, confrontarsi. Stringevano le mani al Sindaco, si congratulavano: «Grazie Dotto’, auguri…è finita». Ho raccolto in silenzio i loro sfoghi. Un uomo mi ha raccontato del figlio che lavora a Pisa e che era stato fermato per un controllo di polizia, quando sulla carta d’identità hanno letto che era nato a Casal di Principe lo hanno trattenuto per ulteriori controlli. La sua unica colpa era quella di essere nato in un posto che per tutti è sinonimo di malavita, camorra, criminalità organizzata.

 

sandokanQuando dici Casal di Principe pensi immediatamente al regno di Gomorra. E’ vero. Casal di Principe ha dato i natali ai due padrini più sanguinari del clan dei casalesi Francesco Schiavone detto ‘sandokan’ e Francesco Bidognetti detto ‘cicciotto e’ mezzanott’ e ne hanno fatto la loro roccaforte ma casalese non è sinonimo di camorrista. I casalesi sono coloro che sono nati a Casal di Principe. La parte sana della città ha scelto di votare una persona perbene. Renato Natale non è un volto nuovo e non è nemmeno uno che le manda a dire. L’altra sera subito dopo la vittoria al ballottaggio ha mandato letteralmente ‘affanculo’ i camorristi. Adesso a Casale non comandano più loro ma lui e le persone perbene che credono che le cose possono cambiare. Tutti da quelle parti lo conoscono. E’ stato Sindaco nel ’94, l’anno del brutale omicidio di Don Peppino Diana. Esattamente 20 anni fa. Era un sindaco scomodo, rompeva troppo le scatole, faceva troppe domande, non piegava la schiena davanti agli affari criminali e così i capi clan decisero di farlo fuori (per fortuna solo politicamente, il piano di morte scoperto dai magistrati non fu portato a termine). Tre consiglieri di maggioranza diedero le dimissioni e così dopo 10 mesi la camorra si liberò di un sindaco troppo ‘rigido’. Il risultato delle amministrative a Casal di Principe rappresenta la vittoria della speranza sulla paura. E’ vero che le rivoluzioni si fanno in piazza ma si fanno anche nelle cabine elettorali quando siamo chiamati a scegliere chi ci governa. Casal di Principe non è un mondo a parte. Siamo in Italia, in Campania, in provincia di Caserta. La vittoria di Natale non vuol dire aver vinto la guerra contro la camorra. Ma rappresenta un inizio per un lento avvio alla normalità. Per vincere la guerra il Sindaco e sui concittadini hanno bisogno dell’aiuto dello Stato, di un cambiamento culturale, di un nuovo modo di amministrare la cosa pubblica. E’ solo l’inizio ma per arrivare all’obiettivo da qualche parte bisogna pur cominciare. Spero che Renato Natale non venga lasciato solo in questa battaglia. Espugnata la roccaforte del clan dei casalesi, la rivincita del bene sul male ora riparte da qui per estirpare quel virus chiamato camorra.

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