Una bellissima campagna per le primarie nel Pd rovinata dai veleni dei bersaniani, anche di quelli “acquisiti” e “riadattati” dopo il primo turno, che si coalizza contro Matteo Renzi. La capacità autolesionista del centrosinistra è nota da tempo, da circa 20 anni (guarda caso coincide con il cosiddetto berlusconismo). Ora però si esagera. L’esposto contro la “pubblicità” renziana che invitava al voto in vista del ballottaggio potrebbe risultare un clamoroso autogol per tutto il centrosinistra. Anche, e soprattutto, in vista delle politiche. A questo aggiungiamo le modalità di iscrizione per andare a votare, complicate e con “giustificazioni” annesse, che non hanno assolutamente aiutato o accresciuto l’appeal dei democrat da questo punto di vista. Cos’aveva che non andava la pubblicità? Non si poteva fare? C’è scritto “Vota Renzi” da qualche parte? Non mi pare. Un manifesto che invita al voto. È tanto peggiore di quello dei “Fantastici 5” che ha accolto il primo confronto tv su Sky? La cosa che più colpisce è la citazione dalla canzone di Gaber: «Libertà è partecipazione». Una partecipazione che in molti, nel Pd, vorrebbero negare anche a quelli che non si possono definire elettori di centrosinistra. Beh, signori, sapete che succede? Per vincere le politiche 2013 servono anche quei voti. Se si pensa a governare il Paese, servono ancora di più. Però la paura che fa adesso Renzi ai vecchi signorotti del Pd, coalizzati tutti oggi con Bersani, può portare a simili colpi bassi (cito la vignetta di Giannelli sul Corriere della Sera). Senza pensare però alle conseguenze che potrebbe avere. Oggi Bersani passerà dalle mie parti, a Siena, città «paradigmatica» come la definì Renzi quando al PalaEstra chiuse la sua campagna elettorale alla vigilia del primo turno di primarie. Una città e un territorio in cui le parole e le idee del sindaco di Firenze hanno letteralmente sbaragliato la concorrenza, nonostante i silenzi o le divagazioni che una parte (gruppo dirigente e segreteria provinciale) del Pd locale ha portato avanti nella settimana che conduce al ballottaggio. Senza mai entrare veramente nel vivo del messaggio politico che è arrivato a Siena dopo il primo turno. Messaggio che oramai è sotto gli occhi di tutti anche se qualcuno continua lo continua a ignorare o negare: e questo sarebbe un altro grande autogol. A Bersani, specie a Siena, il dovere di rimettere la palla in a centrocampo e ripartire per una nuova controffensiva. Politica, non burocratica.

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