In una giornata tempestosa per MPS per via dei dettagli sull'inchiesta sull'acquisizione di Antonveneta che appaiono sulle maggiori testate, è comunque in arrivo una buona notizia nella forma dei Monti-bond. I Monti-bond sono un prestito che il Tesoro (cioé, in ultima istanza, i contribuenti) fanno a MPS per un totale di 3,9 miliardi di euro. Di questi, 1,9 miliardi tornano immediatamente al Tesoro nella forma di rimborso dei precedenti Tremonti-bond, emessi in condizioni analoghe. Il prestito è quindi di 2 miliardi circa. E' un prestito estremamente oneroso per MPS: il tassi di interesse da restituire sono in linea con il mercato (intorno al 10% annuo e in aumento negli anni), e nel caso di mancato rimborso, saranno possibili due soluzioni. La prima è che il Tesoro emetterà altri bond, come è successo in questo caso, a copertura dei Monti-bond. Questa ipotesi appare tuttavia improbabile perché innescherebbe una spirale debitoria della quale sarebbe difficile vedere la fine, e che alla fine potrebbe gravare pesantemente sulla finanza pubblica. La seconda possibilità, prevista dal decreto di emissione dei Monti-bond, è che il Tesoro diventi azionista di MPS: una vera e propria nazionalizzazione. Esiste un altro scenario, ed è quello che MPS usi i Monti-bond come una boccata di ossigeno, si riprenda dal punto di vista finanziario e riesca a rimborsare gli interessi e il debito. Sulle possibilità di successo di quest'ultimo scenario, al momento piuttosto scarse, dovrebbero concorrere anche fattori esterni, come la ripresa economica in Europa e soprattutto un chiarimento definitivo sul caso Antonveneta.

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Docente di matematica finanziaria all'Università di Siena