soldiNell’aprile 2014 la Fondazione non è più il principale azionista di Mps, o forse lo è, ma solo fino all’imminente aumento di capitale, e comunque non nelle dimensioni a cui eravamo abituati: in pochi mesi la quota di partecipazione è scesa dal 33,5% al 5,5%. Tuttavia, la Fondazione intende mantenere il 9% del controllo, anche dopo l’aumento di capitale, insieme ai due nuovi partner (Fintech Advisory Inc e BTG Pactual Europe LLP) e in tal senso ha sottoscritto un patto societario.

Si conclude così la tribolata vicenda del predominio della Fondazione sulla Banca, mentre occorrerà aspettare qualche mese per definire meglio l’assetto societario definitivo della Banca. E’ abbastanza chiara anche quale sia stata la strategia della Fondazione in questi mesi. Il rinvio dell’aumento di capitale le è servito a guadagnare tempo e spuntare prezzi più competitivi per la cessione del pacchetto. In effetti, la Fondazione ha ceduto le azioni a prezzi piuttosto alti se confrontati con i valori degli ultimi mesi, e da questo punto di vista ha realizzato un buon affare. Acquisendo liquidità dalla vendita, potrà liberarsi dei debiti e anche partecipare (in parte) all’aumento di capitale, se lo riterrà. Probabilmente, la Fondazione continuerà a influenzare le scelte della banca con la quota che le è rimasta, piccola ma ancora rilevante; tuttavia potrà limitarsi a questo, e non più essere decisiva, o addirittura unico attore determinante, com’è stato finora. Il destino di Mps è ora nelle mani degli azionisti correnti e di chi vorrà impegnarsi nell’aumento di capitale (probabilmente, gli stessi soggetti).

La Banca ci ha rimesso qualche mese di interesse sui Monti Bond, ma le situazioni di mercato sono ora quanto mai favorevoli alla riuscita dell’aumento di capitale, in quanto i mercati sono inondati di liquidità e si rivedono deboli segnali di ripresa nell’economia europea. Le quotazioni della banca, oggetto di molte polemiche nelle ultime settimane e finite sotto la lente d’ingrandimento della Consob per verificare possibili manipolazioni, sono in realtà risalite verso valori che meglio riflettono la situazione societaria, essendosi sciolta l’incertezza sulle scelte della Fondazione e, con ogni probabilità, sulla riuscita dell’aumento di capitale. Mps diventa quindi pienamente contendibile, e credo che sia il momento che il management si dedichi a pensare unicamente alle attività industriali della banca, così come previsto dall’ultimo piano approvato, in maniera da operare a vantaggio dei contribuenti (a cui ancora vanno restituiti i Monti Bond) e di tutti gli azionisti, sia quelli presenti che quelli futuri.

Articolo precedenteEurovinil cessa la produzione di tende gonfiabili, 86 lavoratori in esubero annunciano battaglia
Articolo successivoPapa Francesco ringrazia Grosseto per il “Codice rosa” in ospedale
Docente di matematica finanziaria all'Università di Siena