Il nuovo piano industriale varato dal consiglio di amministrazione del Monte dei Paschi è in linea con le indicazioni del Ministero dell'Economia e le indicazioni dell'Unione Europea, e presenta in tal senso poche sorprese.

E' stato fissato l'aumento di capitale a 2,5 miliardi; una cifra sufficiente a portare il valore delle azioni a 5 mld, cioè più dei Monti bond (4 mld). I contribuenti avranno così una garanzia sul loro prestito sufficiente a coprirlo. Come previsto, il piano prevede la restituzione (condizionale alla riuscita dell'aumento di capitale) di 3 mld di Monti bond. Il motivo per questa decisione è semplice: risparmiare gli ingentissimi interessi su tale prestito, e permettere alla banca di riacquistare liquidità, operatività e utile. Il piano prevede anche una corposa riduzione dei titoli di stato posseduti dall'istituto senese. Come abbiamo spesso commentato, l'esposizione di MPS in titoli di stato è eccessiva rispetto al suo valore, ed è un elemento di fragilità e di debolezza viste le forti oscillazioni del valore di tali obbligazioni (cioè dello spread). La riduzione decisa è sicuramente un fatto positivo che rende il bilancio MPS più solido e meno ballerino.

Infine, il piano prevede una forte riduzione dei costi: 500 milioni circa saranno risparmiati sulle strutture interne; ed è prevista un'ulteriore riduzione di 3000 dipendenti circa. L'obiettivo di queste due misure è aumentare l'efficienza della banca, anche se i costi sociali di questa decisione saranno ingenti.
 
La diminuzione dei costi e il risparmio degli interessi dei Monti Bond innalzano la previsione di utili in futuro. Tutto è però condizionato alla riuscita dell'aumento di capitale, da concludere entro il 2014. Il mercato sembra crederci: il titolo è risalito di quasi il 10% in pochi giorni. Come già detto in questo blog, io sono fiducioso sulla riuscita dell'aumento di capitale. Rimane però aperta la domanda cruciale di chi se ne farà carico.

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Docente di matematica finanziaria all'Università di Siena