Le aste di martedì e mercoledì, ancora una volta svolte in una situazione di piena incertezza politica, hanno nuovamente comportato costi pesanti per i contribuenti. Il calcolo infatti della differenza tra i tassi pre-elettorali e i tassi post-elettorali, in uno scenario macroeconomico sostanzialmente invariato, porta ad un ulteriore “rosso” di circa 250 mln di euro. Di nuovo, come argomentato nel post precedente (leggi), il calcolo non è teorico ma si tratta di soldi che si sarebbero incassati, e che invece sono stati perduti, se non ci fossero state le elezioni, cioé se ci fosse un governo che proponesse un chiaro indirizzo di politica economica. Il totale del danno subito dalle elezioni sale quindi a mezzo miliardo di Euro.
 
Il calcolo della perdita potenziale è così suddiviso: 14 mln sui BOT a un anno, 28 mln sui BTP a 3 anni, 17 mln sui CCTeu a 5 anni (una maturità inedita per questo strumento), 35 mln sui CCT a 7 anni e 151 mln sui BTP a 15 anni. Come sappiamo, gli strumenti a più lunga scadenza sono quelli sui quali le perdite sono maggiori. Ho ipotizzato per il calcolo uno spread dovuto all'incertezza di 20bps fino a 1 anno, 30bps per il triennale e 70bps per le scadenze più lunghe. Il calcolo dipende da questi spread, che ho ricavato dalla curva immediatamente precedente e immediatamente successiva alle elezioni.
 
Che sia proprio l'incertezza di Governo a determinare questo extra-spread è una mia opinione, ovviamente, ma è un'opinione sostanziata dai seguenti fatti. Lo spread tra BTP e Bund dipende da moltissime altre variabili,  ma tali variabili influenzano anche lo spread tra BTP e Bonos spagnoli. In queste due settimane lo spread tra Bonos e BTP si è ridotto in maniera consistente, segno che deve essere successo qualcosa di peculiare in Italia. Ed è quindi naturale, a mio parere, identificare questo “qualcosa” nelle elezioni e nell'incertezza nel formare una nuova maggioranza in parlamento.

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Docente di matematica finanziaria all'Università di Siena