imagesIl problema non è #toscanataroccata. Quando si parla di promozione turistica della Toscana si sbaglia spesso il bersaglio. Il problema non è scegliere fra il marchio “Toscana” o quello delle singole zone, o se sono più belle le fotografie naturali o le immagini di #toscanataroccata (come passerà alla storia, anche se il nome vero della campagna era “Divina Toscana”). La scelta di un’agenzia regionale al posto delle Apt provinciali sarebbe giusta dal punto di vista tecnico, ma purtroppo Toscana Promozione non riesce a promuovere in maniera efficace né il marchio Toscana, né i singoli territori.

Lo ripeto da anni: una campagna di comunicazione sul brand Toscana ha un senso, se poi dietro ci sono prodotti turistici e servizi di accoglienza sui singoli territori e coerenti con la campagna stessa . Se promuovi il Mare di Toscana, come è stato fatto, quando poi entro nel sito non mi posso limitare ad indicazioni generiche, ma devo trovare prodotti turistici specifici, immediatamente fruibili dal turista, che si chiamano Argentario, Elba, Costa degli Etruschi, Litorale Pisano, Versilia, ecc. perché solo così vado a mèta: gioco il nome forte Toscana e, insieme, anche quello dei territori, capaci di realizzare offerte diversificate e che esaltano quindi le diversità della nostra regione. Ma per avere questo effetto doppio (l’unico davvero efficace) è necessario “sporcarsi le mani”, cioè l’agenzia regionale deve andare sui territori, confrontarsi con gli operatori, selezionare all’insegna della qualità, dire questo sì e questo no, e costruire un prodotto turistico davvero efficace sul mercato nazionale ed internazionale. Naturalmente la scelta non dovrebbe essere arbitraria, ma sulla base di alcuni parametri di qualità, il raggiungimento dei quali sarebbe anche una molla per far crescere gli operatori. Lo stesso discorso vale per gli eventi: si possono e si devono mettere tutti a livello di notizia, ci mancherebbe, ma ogni anno si deve decidere quali sono i 15-20 eventi davvero capaci di attrarre turismo e su quelli fare un lavoro specifico in termini di costruzione dell’offerta on line e con i tour operator. Ma ci vuole qualcuno, che per incarico e competenza, si assuma la responsabilità di scegliere quali eventi mettere in serie A e quali no. E questa è la vera debolezza della promozione turistica della Toscana: la capacità e la responsabilità di fare delle scelte.

 

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