giustizia-martello-324x230Botta e risposta, parole in libertà. La politica che occupa ogni spazio, che tracima nella difesa del sindaco indagato, o che deborda nell’affondo al medesimo. Le attese prudenti dell’esito dei procedimenti in corso o le dignitose autodifese garantiste ridotte all’essenziale, non sono più di moda. Si esagera, si esecra, si guerreggia, si esonda.
Chi dovesse cercare di portare fatti sulla ribalta di quanto sta accadendo in merito alle indagini della magistratura sul ruolo del sindaco Valentini nelle malefatte dell’urbanistica di Monteriggioni, finirebbe comunque all’indice. Perché scontenterebbe i lealisti della maggioranza e non soddisferebbe la fame giustizialista degli oppositori. Chi volesse stare ai fatti e non alle chiacchiere, verrebbe comunque risucchiato nella sarabanda delle parti contrapposte. Accusato di essere un aggrovigliato di ritorno, addirittura, o megafono di un “gomplotto”, o un aspirante  “soggetto politico”.
 Così, riportare per dovere di cronaca quanto detto, davanti a 200 persone e 3 giornalisti (ce n’erano una quarantina poco sotto e poco prima alla vergognosa partita della Robur) sabato all’iniziativa dei 5 stelle, dall’avvocato Paolo Falaschi,  varrà  l’inserimento in codeste liste (come peraltro già mi toccò circa 25 anni fa). Falaschi ha letto un rapporto dei Carabinieri per altra indagine, comunque riguardante l’urbanistica a Monteriggioni, non coperto da segreto istruttorio, in cui si afferma, sostanzialmente, che Valentini a Monteriggioni era solito “usurpare i tecnici degli uffici”. E che “gli incarichi dei tecnici venivano rinnovati ogni sei mesi, anziché  ogni due anni”.
Chi vuole ascoltare l’intervento di Falaschi per intero, lo trova sul profilo di David Busato, uno che c’è sempre, che si informa e cerca di informare. Interessante anche quando l’avvocato Falaschi rivela il rapporto di Bankitalia alla CONSOB, in cui si scrive che nel bilancio Mps non si era contabilizzato nel modo corretto il derivato Alexandria. Il rapporto è del 2012. Come fa la CONSOB a dire che tale errore lo ha scoperto solo ora dall’indagine dei giudici milanesi? Altro esempio – clomoroso – in cui si cerca di camuffare la realtà.
Mentre nella Valentiniade, per far pesare di più vocaboli come truffa, abuso, falso, in attesa che tale ipotesi di reato vengano acclarate o meno, si sta anche distanti dall’oggetto del contendere: che riguarda un campo di baseball, piccolo e i suoi annessi. E non la realizzazione di un mega insediamento turistico. Ma ogni parola e anche queste che sto scrivendo, in questa città ammalata e avvelenata, viene ormai analizzata con la lente distorta del posizionamento.
Con la contraerea contrapposta delle autodifese e dei comunicati di parte, avete sparso la solita nebbia. Due comunicati li ha diffusi il sindaco. Il primo, per avvisare che l’invito a comparire gli era arrivato “solo” perché aveva messo la firma su un atto. E lo ha fatto prima del l’interrogatorio. Il secondo per diffondere la sua ira quando l’Ansa ha diffuso la notizia che le ipotesi di reato erano ben altre. Dopo l’ira del Valentini, la magistratura senese ha aperto un’indagine per fuga di notizie. Così, prima ancora dell’interrogatorio, finisce sotto inchiesta chi fa informazione. E si resta invece immersi nel calderone dei comunicati stampa fatti a sommo studio.
Avete detto tutto in poche ore. Vi siete bruciati ogni cartuccia in due giorni, accendendo il consueto  fuoco di paglia che non scalda nessuno. Prima di capirci qualcosa, prima di lasciare che parlino i fatti. Avete sventolato le vostre magliette, tanto per posizionarvi sulle rispettive trincee. E così facendo, avete mancato di buon senso, e anche di rispetto verso i cittadini. Che i fatti dovrebbero valutare. E non le vostre opinioni. I fatti chiari e non le vostre estenuanti e sterili battaglie di posizionamento. Vi siete schierati prima, parecchio prima del tempo. E continuate a farlo, diffondendo – sull’un fronte e sull’altro  – certezze che nessuno di voi, al momento può avere.
C’è chi torna a insinuare il veleno del complottismo, chi sparge dietrologie, chi si accontenta delle spiegazioni dell’indagato a prescindere dall’operato della magistratura, chi delinea i contorni di melmose macchine del fango. E chi semplicemente cerca di confondere le acque. Per difendere lo statu quo, consapevole che nulla accadrà di rilevante; o, nel senso opposto, per spronare a una rivoluzione tanto improbabile quanto appare dormiente il senso civico di una città assente o almeno distratta.
Avete tutti fretta di condanne e di assoluzioni. Così che le une o le altre possano pudicamente coprire le nudità di una politica unita solo nell’inadeguatezza della percezione dei bisogni reali di una comunità – quella senese – che non sa neppure più reclamare il diritto al riscatto delle vergogne subite. Continuate a urlare, non rendendovi conto che vi urlate addosso, che scagliate le vostre grida opposte e contrarie, sempre meno percepite dalla gente normale. Che invece ha altro da pensare, che deve fare i conti per la prima volta con i risparmi che calano nel conto corrente, con il lavoro che resta utopia per il figliolo laureato e masterizzato, con la retta della mamma alla casa di riposo sempre più difficile da pagare, con regali di Natale sempre più poveri.
Urlate le vostre ragioni di parte e non sapete neppure ascoltare i silenzi di chi, nei decenni scorsi abituato al Capo – massimo due – che tutto decideva, distribuendo specchietti luccicanti e promozioni in ufficio, oggi non sa neppure più chi ossequiare, a chi giurare fedeltà, a chi consegnare il proprio servile consenso nel segreto dell’urna elettorale.
La garetta impudica di dichiarazioni autoassolutorie e di mediocri comunicati stampa, solidali o arrabbiati, avrebbe bisogno almeno di una sospensione. Almeno per Natale, almeno un paio di giorni prima, ce lo fate un regalo? Un po’ di pausa. Di silenzioso rispetto della festa, di taciturna meditazione sul senso della vita. Che va oltre, in ogni caso va oltre. Stop alle parole in libertà, di tutte le fazioni. Per qualche giorno. Con l’aggiunta di un deferente  pensiero alla città che eravamo.  E comunque Buon Natale a tutti, perfino a voi.
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