Torna visibile dopo due anni la Fontana del Nettuno di piazza della Signoria, riportata all’antico splendore da un accurato e complesso restauro che restituisce alla città la sua fontana più famosa, resa nuovamente trionfale grazie alla riattivazione dell’impianto idrico che alimenterà i maestosi giochi d’acqua eche per la prima volta nella storia ricalca gli scenari immaginati e voluti da Bartolomeo Ammannati che la progettò.

Il restauro di uno dei monumenti più noti e amati di Firenze – che viene presentato nell’anno in cui si celebrano i 500 anni dalla nascita di Cosimo I (committente dell’opera) e Caterina de’ Medici – è costato 1,5 milioni di euro, arrivati dalla maison Salvatore Ferragamo tramite Art Bonus. I lavori, suddivisi in tre lotti, sono iniziati nel febbraio 2017 e inizialmente hanno celato alla vista la statua del ‘Biancone’, consentendo tuttavia visite guidate al cantiere in un percorso protetto che ha permesso a circa 2.000 persone di 90 nazionalità di apprezzare le varie fasi di lavoro. Tra le peculiarità dei lavori, come detto, il rifacimento completo dell’impianto idrico, più volte rotto o dai risultati deludenti negli ultimi anni tanto che solo adesso può essere considerato pienamente corrispondente al progetto originario di Ammannati.

Il sindaco Nardella: «Restituiamo alla città uno dei simboli più amati» «Finalmente – ha dichiarato il sindaco Dario Nardella – restituiamo alla città uno dei suoi simboli più amati: dopo questo restauro la fontana dell’Ammannati è veramente splendente e bellissima. Siamo felici che adesso tutti potranno nuovamente ammirarla e che la fontana torni ad animarsi con nuovi getti d’acqua coreografici che finalmente hanno tutta la potenza pensata dallo scultore e che non potranno non affascinare i visitatori. Grazie a Ferragamo che ha dimostrato intuito e sensibilità nell’essere al nostro fianco in questa operazione che è davvero una prova d’amore per la città, e al Teatro del Maggio musicale fiorentino per aver ideato una festa inaugurale degna di Firenze».

Ferragamo: «È un vero privilegio per la nostra azienda essere stati promotori di questa importante attività di restauro – ha commentato Ferruccio Ferragamo, presidente del gruppo Salvatore Ferragamo -, è un’opera che viene restituita nel suo massimo splendore alla città di Firenze, ai suoi cittadini e ai numerosi turisti provenienti da tutto il mondo che ogni anno visitano il capoluogo toscano. Tutto ciò è il frutto di una collaborazione virtuosa fra pubblico e privato e un ringraziamento della nostra famiglia alla città e all’intenso sodalizio creato da mio padre e mia madre che prosegue tuttora quest’ultimo progetto è dunque un modo per esprimere la nostra gratitudine a Firenze».

L’inaugurazione Per l’inaugurazione della restaurata Fontana il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino propone nella serata del 25 marzo dalle 20.30 “E nel marmo e nel bronzo mise acqua e fuoco”, spettacolo che si richiama allo spirito delle feste rinascimentali e barocche, rievocate attraverso un gusto contemporaneo, quindi con l’uso di moderne tecnologie quali proiezioni, luci e suoni. Il testo e la drammaturgia dello spettacolo sono di Giovanni Vitali, l’adattamento teatrale del testo di Alessandro Riccio, l’allestimento scenico di Saverio Santoliquido su musiche di Jean-Baptiste Lully e Georg Friedrich Händel. La storia del monumento viene raccontata attraverso un testo teatrale e una serie di quadri astratti che presentano varie discipline acrobatiche: i tessuti e il cerchio aereo, il trapezio e le verticali, le contorsioni (a cura di Fondazione Cirko Vertigo). La narrazione parte dalle diverse motivazioni sociali, politiche e storiche per cui Cosimo I de’ Medici decise di costruire la fontana sulla Piazza del Duca, ricostruisce la tormentata assegnazione del blocco di marmo bianco proveniente dalle Alpi Apuane arriva alle aspre liti fra gli artisti fiorentini, in particolar modo fra Bartolomeo Ammannati e Benvenuto Cellini, e termina con la parte determinante che ebbe nella vicenda la consorte di Cosimo, la Duchessa Eleonora di Toledo.

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