Foto Università di Pisa

E’ nata ArchAIDE, la prima App che sfrutta l’intelligenza artificiale e le tecnologie investigative per aiutare gli archeologi a risolvere uno dei “puzzle” più complessi che li impegna da sempre, cioè riconoscere e classificare le migliaia di frammenti ceramici che ogni giorno emergono dagli scavi in tutto il mondo. L’innovativo sistema è il risultato dell’omonimo progetto europeo ArchAIDE appena giunto a conclusione e coordinato dal Laboratorio MAPPA del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa. La App, basata su reti neurali e una tecnologia simile a quella utilizzata in ambito investigativo per il riconoscimento facciale, è già disponibile gratuitamente su AppStore and GooglePlay e proprio in questi giorni c’è il suo debutto ufficiale al XXV meeting annuale dell’Associazione europea degli archeologi (EAA) a che si svolge a Berna dal 4 al 7 settembre.

Foto Università di Pisa

La docente Gualandi: «Risulta quasi sempre impossibile catalogare tutte le ceramiche ritrovate» «Durante le indagini archeologiche – spiega la professoressa Letizia Gualandi del MAPPALab dell’Ateneo pisano – vengono ritrovati migliaia di frammenti ceramici prodotti nelle epoche più diverse, dalla preistoria ai giorni nostri, quasi come tessere di un puzzle che, se ricostruito, può fornire moltissime informazioni sulla vita nelle epoche passate, grazie alla app che abbiamo sviluppato l’idea è di aiutare gli archeologi a risolvere questo ‘rompicao’ cosa che attualmente richiede molto tempo e competenze molto specialistiche tanto che risulta quasi sempre impossibile catalogare tutte le ceramiche ritrovate».

Il ricercatore Gattiglia: «Archivio che può essere utilizzato da qualunque ricercatore» «Il funzionamento della App Archaide è molto semplice – spiega Gabriele Gattiglia ricercatore dell’Università di Pisa e coordinatore del progetto – basta scattare una foto con un dispositivo mobile (smartphone o tablet) e inviarla al riconoscitore automatico per riconoscere il frammento e poter condividere in tempo reale i dati, creando così un archivio che può essere utilizzato da qualunque ricercatore, studioso o appassionato in qualunque luogo si trovi».

Gli strumenti di ArchAIDE sono disponibili anche in versione Desktop, utilizzabili cioè da un semplice pc, permettendo di caricare anche fotografie archiviate nel passato. «La App è stata sviluppata per riconoscere sia i frammenti decorati, sia quelli privi di decorazione – conclude Francesca Anichini dell’Ateneo pisano, project manager di ArchAIDE – Al momento l’accuratezza del riconoscimento è intorno al 75%, ma sarà proprio grazie al sempre più ampio utilizzo da parte degli utenti che il sistema riuscirà a migliorare la propria performance, e da questo punto di vista stiamo già lavorando alla costruzione di un network di università, centri di ricerca e aziende che potranno contribuire all’arricchimento del database».

Articolo precedenteLa riapertura. Il Comune adegua scuola a rischio sismico, il sindaco Agnelli: «Intervento senza contributi europei, statali e regionali»
Articolo successivoAnziana uccisa in villa a Cetona, convalida dell’arresto per il figlio