«Insufficiente capacità del Cda in carica fino all’aprile scorso di sorvegliare la conduzione aziendale» di Chiantibanca, le cui criticità sono riconducibili alla «inefficacie azione delle funzioni di controllo». E’ quanto si legge nelle parti della relazione di Banca d’Italia che l’ANSA ha potuto leggere e che indica anche «la sottostima della rischiosità creditizia» ed il superamento delle soglie di risk capacity con l’acquisto di titoli di Stato a lunga scadenza nel 2015.

Documenti «alterati» In particolare l’imputazione del Btp 2046 avrebbe comportato una sovrastima del patrimonio netto della banca per 9,1 milioni di euro al dicembre 2015 e, spiega Bankitalia, «si è riflessa in una inesatta rappresentazione della consistenza dei fondi propri nella segnalazione alla vigilanza». La vicenda dell’acquisto del Btp è anche al centro di una relazione dell’organo di vigilanza della banca e del quale è stata decisa la trasmissione alla procura di Firenze, come scrive oggi l’edizione locale de La Repubblica, che dovrà verificare se i protagonisti di quella operazione non siano incorsi nei reati di false comunicazioni sociali e ostacolo alla vigilanza. Nella ricostruzione fatta dall’organo di vigilanza risulta che il 25 giugno 2015 gli allora direttore generale Andrea Bianchi, vicepresidente della banca Stefano Mecocci e presidente del collegio sindacale Enzo Barbucci parteciparono ad una riunione alla sede di Banca d’Italia a Firenze i cui dirigenti furono informati della decisione del Cda di acquistare titoli di stato per 100 milioni, classificandoli come immobilizzazioni. Quindici giorni dopo, in seguito alla richiesta di chiarimenti, il direttore generale inviò a Bankitalia l’estratto del verbale del cda del 25 marzo che aveva preso la decisione. Ma tale documento, secondo quanto si legge nella relazione dell’Organo di vigilanza, sarebbe stato alterato circa la classificazione del Btp in questione come “Held to maturity”, anzichè “Available for sale”, inserendolo così nelle immobilizzazioni. Il bilancio 2015, nota l’Organo di vigilanza, potrebbe dunque aver rappresentato una realtà patrimoniale diversa da quella esistente.

L’indicazione di Bankitalia Il nuovo Cda di Chiantibanca, l’istituto adesso guidato da Lorenzo Bini Smaghi, «muovendo dal ripristino già avviato dagli standard di affidabilità dei processi decisionali», dovrà attivare una «tempestiva azione di capital management volta all’ampliamento dei ridotti margini patrimoniali»: è l’indicazione contenuta nelle parti della relazione di Banca d’Italia che l’ANSA ha potuto leggere a conclusione dell’ispezione nell’istituto di credito. L’azione di governo, «nelle more della confluenza della Bcc in un gruppo bancario cooperativo», dovrà perseguire il «risanamento della situazione aziendale», con l’estensione delle «iniziative da ultimo intraprese» per la «riqualificazione del portafoglio prestiti, la rivitalizzazione del circuito reddituale ed il rafforzamento patrimoniale». Per il 14 maggio è in programma l’assemblea dei soci della banca chiantigiana per decidere l’adesione alla Cassa Centrale Banca del Trentino, caldeggiata dallo stesso Bini Smaghi.

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