Creare un network che contribuisca alla realizzazione di un’economia circolare e alla transizione verso un modello economico e sociale sostenibile dal punto di vista ambientale, sviluppando progetti congiunti. Sono gli obiettivi principali dell’accordo quadro triennale sottoscritto tra la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e Area Science park di Trieste per svolgere congiuntamente attività di ricerca, di supporto alle imprese e di diffusione della conoscenza sui temi dell’economia circolare.

Un obiettivo ambizioso, è spiegato in una nota, «ma necessario, nella consapevolezza che una transizione non sia possibile senza avviare una collaborazione su larga scala con la comunità scientifica internazionale, i professionisti, i manager e i decisori politici». Dall’intesa, prosegue la Sant’Anna, «è atteso un contributo originale per sviluppare nuova conoscenza, progettare, valorizzare a livello scientifico e diffondere approcci innovativi, metodi e strumenti per rendere ‘circolari’ quanto più possibile le organizzazioni, anche quando siano in connessione, come nel caso di filiere, aree industriali, distretti».

La coordinatrice Gusmerotti: «Rafforzare la gestione dei nuovi rischi» «Lo sviluppo di strumenti di valutazione dell’impatto in termini di resilienza delle imprese – osserva Natalia Marzia Gusmerotti, coordinatrice operativa delle attività di ricerca – permetterà di rafforzare la gestione dei nuovi rischi, tra cui rientrano di sicuro quelli di natura sanitaria, di cui ne è un esempio la pandemia, come quelli legati al cambiamento climatico e al depauperamento del capitale naturale. Si tratta di un contributo importante e necessario per la realizzazione di un modello economico sostenibile e circolare».

Morea (Science Park): «Analisi degli elementi critici e resilienza imprese» Secondo Fabio Morea, responsabile dell’ufficio studi di Area Science park, «un primo esempio concreto di collaborazione, al quale stiamo già lavorando insieme è l’analisi degli elementi critici per la competitività e la resilienza delle imprese. Vogliamo sviluppare una metodologia basata su dati e rapporto diretto con le imprese»

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