L’artista piemontese Fabio Viale, tra i protagonisti della 58esima Biennale di Venezia, ha dato vita alla spettacolare performance “Root’la”. È accaduto a Colonnata, a Carrara, in un contesto molto particolare: il suggestivo ravaneto delle Cave gestite dalla Cooperativa Cavatori Gioia. Viale ha lasciato precipitare giù dal ravaneto alcune statue di grandi dimensioni, comprate precedentemente nei negozi di souvenir della zona. Il titolo della performance rimanda infatti all’associazione fonetica e semantica tra la parola Root («radice» in inglese) e rut’la («rotola» in dialetto carrarino).

Caduta a valle delle opere L’artista, insieme a un cavatore, ha accompagnato, e in alcuni casi facilitato, la caduta a valle delle opere che, rotolando, hanno subito fratture e lesioni. I manufatti, recuperati e ritoccati, saranno oggetto di un monumentale allestimento presso la Galleria Poggiali di Firenze, in occasione della mostra personale dell’artista Acqua alta High tide, dal 22 febbraio al 9 maggio : in una sala di 15 metri per sei, saranno esposte le opere protagoniste della performance e sarà ricreata la pendenza del ravaneto carrarino, come una cascata di marmo. La genesi del progetto nasce dalla passione che Viale nutre nei confronti delle cave, la stessa dei grandi del passato.

L’artista: «Come Michelangelo ho purgato la scultura dai suoi difetti» «Proprio Michelangelo, in un suo scritto, sostiene che far rotolare una scultura a valle ha lo scopo di purgarla dai difetti, come se ogni colpo, anziché distruggerla o rovinarla, la rendesse più perfetta e potente. Per questo ho voluto utilizzare il ravaneto come un utensile da scultura» spiega Viale. «Al di là del gesto, di spingere giù una statua, mi ha emozionato soprattutto camminare sui sassi che si trovano in questo luogo: sono il frutto del lavoro di tanti uomini, sono pieni di storia e di poesia, e mia hanno fatto percepire una forte energia».

Ricci (Cooperativa Gioia): «Carrara è luogo in cui le culture si incontrano» «Siamo orgogliosi che un comprensorio importante e antico come quello delle Cave di Gioia della nostra Cooperativa di cavatori sia stato teatro di una performance così significativa. È nostra intenzione continuare ad accogliere e incentivare queste espressioni d’arte perché Carrara continui a essere il luogo in cui le culture si incontrano e gli artisti trovano una fonte ideale di ispirazione» ha commentato Anselmo Ricci, presidente della cooperativa Gioia che ha ringraziato i soci della Cooperativa Gioia, Nino Pompili, Carlo Dell’Amico e Fabrizio Della Bona, che hanno reso possibile la performance. «Del resto il rapporto fra il gruppo della nostra cooperativa di cavatori e gli artisti – ha ricordato Ricci – è oramai consolidato. Basti pensare al murales col David di Michelangelo in multicolor che Kobra ha realizzato nella cava della nostra società Gualtiero Corsi o alla grande statua Lovers che la scultrice giapponese Minako Yoshino ha realizzato in collaborazione con noi e la Cooperativa degli Scultori di Carrara».

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