FIRENZE – E’ un ritratto in chiaroscuro quello della qualità dell’aria in Toscana. Derivante da rapporto Mal d’aria 2024 di Legambiente.

“Ci sono luci e ombre in una cornice generale di lievi miglioramenti, con situazioni storicizzate ancora da attenzionare come la stazione di Capannori per il particolato fine, pm10 e pm2.5, mentre registriamo un rimbalzo peggiorativo per il pm10 nelle stazioni fiorentine di viale Gramsci e via Ponte alle Mosse, ascrivibile secondo noi ai cantieri per la tramvia”, ha precisato il presidente regionale dell’associazione Fausto Ferruzza.

Guardando i numeri, nel 2023 Capannori è stata l’unica a non aver rispettato il limite massimo annuo di 35 giorni di sforamento per il pm10, a quota 38, per il sesto anno consecutivo. Seguono Montale con 27 e Firenze Viale Gramsci con 26. Per il pm2.5, i valori maggiori sono stati registrati ancora nella Piana lucchese e nel Valdarno pisano. Per il biossido di azoto, unico inquinante in calo costante a livello nazionale, la sola stazione a non aver rispettato il limite (40 microgrammi per metro cubo) è sempre Firenze Viale Gramsci, vicine allo sforamento anche Firenze Ponte alle Mosse, Livorno (via Carducci) e Grosseto (via Sonnino).

In regresso i dati sull’ozono in quasi tutta la Toscana. “Stiamo lavorando bene – il commento di Pietro Rubellini direttore generale di Arpat – ma siamo di fronte a un nemico subdolo, il cambiamento climatico che ci impone di alzare l’asticella. Visto che per invertire questa tendenza serviranno anni, dobbiamo pensare a iniziative che possano dare ulteriore spinta alle cose che stiamo già facendo ma che non hanno ancora effetti così efficaci”.

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