"Un sadico sessuale", ma anche "un lucido calcolatore": Così il pm Eligio Paolini ha definito Riccardo Viti nel corso della sua requisitoria. "Viti sapeva che quello che faceva era pericoloso e che gli strumenti usati potevano provocare alle vittime lesionigravissime", ha continuato il pubblico ministero. Firenze 30 settembre 2015 ANSA
Processo-Viti (Foto: Ansa)

Venti anni di reclusione. E’ questa la pena che, con rito abbreviato, il Gup di Firenze ha inflitto a Riccardo Viti, l’idraulico fiorentino di 55 anni accusato di aver violentato e seviziato fino ad ucciderla una prostituta di 26 anni, Andreea Cristina Zamfir, trovata morta il 5 maggio 2014 sotto un cavalcavia a Firenze, legata alla sbarra come se fosse crocifissa. Per Viti il Pm aveva chiesto l’ergastolo.

La reazione: «20 anni sono pochi» «Non si può dare 20 anni a uno che ha ammazzato in questo modo. E’ poco, siamo delusi». Così Yean Ion Manta, 36 anni, compagno della prostituta romena uccisa a Firenze. «Ha confessato, è stato collaborativo», ha spiegato invece il difensore di Viti, l’avvocato Francesco Stefani. Il Gup ha disposto provvisionali da 30mila euro per i familiari della vittima e di 10mila euro per le altre parti civili, fra le quali prostitute violentate e aggredite da Viti.

Le ultime parole prima della sentenza Prima che il Gup David Monti si ritirasse per decidere, Viti ha chiesto la parola: «Quello che è successo mi addolora e chiedo umilmente perdono alla famiglia di quella persona – ha detto -. Sono desolato, sono purtroppo responsabile di questa morte, ma non ho mai avuto nemmeno l’idea di uscire di casa e uccidere una persona. Non mi sono mai sognato che quella persona potesse morire. Chiedo umilmente perdono. Sono affranto per quello che è successo». Pochi minuti prima, il Pm Eligio Paolini – che aveva chiesto la pena dell’ergastolo – lo aveva definito «un sadico sessuale».

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