sienanotteSarebbe bello se i soldi promessi dal Ministro Franceschini per Siena capitale della cultura 2015 (insieme a Cagliari, Lecce, Perugia e Ravenna) arrivassero davvero. E sarebbe bello che invece di essere dispersi nel solito bando-elemosina da mille euro a ciascuno, fossero messi tutti su un’unica voce, capace di fare leva autentica per il territorio: modellare l’offerta culturale della città secondo i criteri di una smart city avanzata.

Perché in una città che ha due università e Simone Martini, i bottini e la Francigena, Siena Jazz e il Santa Maria della Scala, il Duomo e la robotica, il Costituto e i Fisiocritici, i gruppi teatrali e l’Accademia Chigiana, le scienze della vita e i grandi vini (e mi scuso subito per l’elenco incompleto), non si sente proprio il bisogno di inventarsi chissà quale novità.

Ci sono invece da fare tante cose semplici (ma, attenzione: non facili) quali organizzare tutte queste cose in maniera strutturata, incisiva, innovativa nei contenuti, facilmente fruibile dal pubblico, stimolante per capacità di attrazione e sviluppo di ricerca. E poi, saperle comunicare questo in maniera adeguata  con una piattaforma social di vero livello internazionale, rispettando i tempi della programmazione turistica (le ultime e uniche due finestre sono la Bit di Milano 12-14 febbraio e la Itb di Berlino 4-8 marzo) e facendosi trovare pronti, anzi prontissimi per l’apertura dell’Expo di Milano, che sarà il 1° maggio.

Come non mi stanco mai di ripetere, a Siena ci sono stati tutti, tutti la ricordano con un grande sorriso e tutti hanno visto le solite cose. Ma, come può testimoniare chiunque abbia organizzato un convegno, un seminario, una tavola rotonda o una cena conviviale, tutti sono molto contenti di poterci tornare, anzi si può dire che non aspettino altro di ricevere un invito – diretto o indiretto – per cogliere l’occasione al volo. E qui, di occasioni di nicchia o per il grande pubblico, per gli italiani o gli stranieri, ce ne sono a decine.

Invece dei soliti auguri, voglio esprimerne uno solo, concreto e misurabile: che il 2015 possa essere l’anno ideale per creare una catena – veramente smart – di momenti di questo genere, liberando e valorizzando le energie migliori di Siena e del suo territorio.

Una capitale della cultura, pur piccola, deve saper fare proprio questo.

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