FIRENZE – Nel 2024 l’economia toscana ha registrato una crescita significativa delle esportazioni dei distretti industriali.
Il territorio ha raggiunto un valore complessivo di 37,7 miliardi di euro, con un incremento del 20,3% rispetto all’anno precedente, superiore alla media nazionale che si è attestata al +3,3%.
Secondo l’analisi presentata oggi a Firenze dal Research Department di Intesa Sanpaolo, la Toscana si conferma la seconda regione italiana per export distrettuale, preceduta solo dalla Lombardia e seguita dal Veneto. A guidare questa performance sono stati soprattutto due settori chiave: il distretto dell’oreficeria di Arezzo e il polo farmaceutico toscano.
Il distretto dell’oreficeria ha visto un’impennata delle esportazioni, passando da 3,5 miliardi di euro nel 2023 a 7,7 miliardi nel 2024, grazie soprattutto alla forte domanda dalla Turchia, che ha agito da hub di mercato in un contesto di tensioni inflazionistiche e politiche di importazione favorevoli. Anche il settore farmaceutico e biomedicale ha contribuito in modo rilevante, con esportazioni pari a 10,8 miliardi di euro e una crescita del 35,6% rispetto al 2023.
Il mercato americano si conferma il principale sbocco commerciale per la Toscana, con un aumento delle esportazioni dell’8,9%, trainato soprattutto dal settore agroalimentare. L’export verso gli Stati Uniti incide per l’8,1% sul valore aggiunto regionale, il dato più alto in Italia.
Il sistema moda, pur mantenendo il primato per valore assoluto delle esportazioni (18,7 miliardi di euro), ha registrato una flessione in alcuni distretti, come la pelletteria e calzature di Firenze e l’abbigliamento di Empoli. Tuttavia, il distretto tessile di Prato ha contenuto il calo al -1,7% grazie alla ripresa nell’ultimo trimestre.
L’agroalimentare ha segnato una crescita complessiva del 23,4%, con particolare impulso dai distretti dell’olio toscano e dei vini dei colli fiorentini e senesi, mentre il florovivaistico di Pistoia è rimasto stabile. Nel comparto dei mezzi di trasporto, la nautica di Viareggio ha avuto un buon andamento, sostenuta dai superyacht, mentre la camperistica della Val d’Elsa ha subito una leggera contrazione.
Altri settori hanno mostrato dinamiche differenziate: il distretto cartario di Lucca ha chiuso con 1,3 miliardi di euro di esportazioni, in calo di 79,2 milioni, mentre il distretto delle macchine per l’industria cartaria ha registrato una crescita del 9,6% con 643 milioni di euro. Il marmo di Carrara ha raggiunto 805 milioni di euro (+12,3%), mentre il distretto del mobile imbottito di Quarrata e Prato ha subito una riduzione delle esportazioni.
La presentazione dei dati è avvenuta alla presenza di rappresentanti di Intesa Sanpaolo e Confindustria Toscana, con Stefano Barrese, Alessandro Sordi e Tito Nocentini che hanno sottolineato la competitività e la tenacia delle imprese toscane sui mercati globali, nonostante le incertezze internazionali.
Le prospettive per il 2025 restano positive, ma condizionate dall’incertezza economica globale e dalle tensioni protezionistiche. Per questo, le imprese toscane dovranno puntare su strategie di diversificazione per cogliere le opportunità di crescita nei diversi mercati.