Il «patto del panforte» probabilmente è una patacca, non altrettanto i suoi contenuti. A Siena si tende a distinguere tra il mezzo e il contenuto. Pochi credono all’autenticità del documento, che attesterebbe un accordo di non belligeranza tra Pd e Pdl datato 12 novembre 2008. «Una polpetta avvelenata – ribadisce l’ex sindaco Franco Ceccuzzi, tirato in ballo insieme a Denis Verdini – Non ho nulla da temere né da nascondere e sono a disposizione della magistratura. E’ un tentativo di influenzare negativamente la mia candidatura. Non credo ai complotti ma è noto chi siano i miei avversari politici». Anche dentro il suo partito, il Pd, come sostengono gli ex Pdl Amato e Pollina. «Credo che questa vicenda sia frutto di una battaglia interna al Pd a livello senese» dice Pollina. «Però in politica gli accordi sono verbali – aggiunge Amato – io un contratto non l'ho mai visto».

Monaci attacca E se si fa sempre più strada l'idea che il “papello” del “panforte” possa essere il frutto di una montatura, è però verosimile il suo contenuto. E c'è chi come il presidente del consiglio regionale Alberto Monaci (Pd) invita «per chi ne ha voglia e indipendentemente dall'autenticità del documento, a verificare se quello che c'è scritto sia poi realmente accaduto e se il contenuto è calunnioso oppure rispecchia fatti poi realmente verificatisi». In serata, il presidente del consiglio regionale nega che il documento sia frutto della sua mano. «Io non ho dato niente a nessuno. Perché non lo chiedete a Ceccuzzi e a Verdini, soprattutto a Ceccuzzi?» dice rispondendo a una domanda di un giornalista. Ma non nega niente dei suoi contenuti. «Andiamo a vedere i fatti. Se il documento è un falso non lo so ma è certo che tutto ciò che c’era scritto, più o meno si è avverato».

Buoni rapporti In realtà, secondo senesi ben informati, un primo "accordo politico" tra maggioranza e opposizione per una rappresentanza in Mps potrebbe risalire a una decina di anni fa. Protagonisti il sindaco di allora, Pierluigi Piccini e il segretario provinciale di Forza Italia, Fabrizio Felici. Fu proprio grazie a quel «patto di non belligeranza» che Felici nel 2001 divenne membro della deputazione della Fondazione Mps. Mentre nel 2003, con il rinnovo del consiglio di Mps, Andrea Pisaneschi in quota Forza Italia entra nel consiglio di amministrazione della banca: nel 2008 diventerà presidente di Antonveneta. I fatti tornano. Ma i fatti elencati nel presunto patto sono poi avvenuti? Nel documento si parla di «disponibilità a intervenire» sulla crisi di alcuni settori economici della provincia: camper e pelletteria innanzitutto. E Ceccuzzi, al tempo deputato, nel maggio 2009 presenta un'interrogazione al governo proprio sulla crisi del distretto del camper in Valdelsa. Ceccuzzi ancora chiede poi la «convocazione di un tavolo sulla crisi della pelletteria in Amiata».

Non belligeranza In cambio di tutto questo, secondo il documento in mano ai pm, Verdini avrebbe impegnato il Pdl a presentare un candidato alla presidenza della Provincia «che non tenti di sconvolgere gli attuali equilibri». Candidato per il centrodestra sarà Donatella Santinelli che otterrà il 30,4%, un risultato senza infamia e senza lode. Ma a Siena non ha mancato di stupire la candidatura dell'ex pilota di Formula Uno Alessandro Nannini che proprio contro il candidato sindaco Ceccuzzi, nel 2011, non andò oltre il 18,23%, poco oltre di quel Gabriele Corradi, padre del calciatore Bernardo, che ottenne come terzo polo civico il 16,73% dei voti, liberando il campo alla vittoria al primo turno di Ceccuzzi con il 54,71%. E' lo stesso Pollina, ascoltato dai Magistrati a dire: «Nannini? A Siena hanno riso tutti».

Pubblicato su Il Tirreno, 20 febbraio 2013, p. 7

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