Le banche d'affari, internazionali e italiane, che prima dell'assemblea di Banca Monte dei Paschi del 28 dicembre scorso avevano manifestato il loro interesse a far parte di un consorzio di garanzia, per la ricapitalizzazione da 3 miliardi, avrebbero rinnovato il loro interesse. E' quanto si è appreso ieri a Siena da fonti finanziarie. Una disponibilità confermata, nonostante lo slittamento dell'operazione da gennaio a giugno, con in più la possibilità di nuove forze: le stesse fonti dicono che potrebbero aggiungersi altre banche.
 
Scongiurato il pericolo Se davvero nei prossimi giorni dovesse essere confermato il via libera del consorzio di banche per la ricapitalizzazione di Mps, sarebbe scongiurato il pericolo paventato durante l'assemblea dal presidente Alessandro Profumo che, tra elementi di incertezza per lo slittamento a giugno, indicò il rischio della «costituzione del consorzio di garanzia che oggi c'è – disse -, e domani andrebbe riformato ma non si sa a che condizioni» (leggi)
 
Le parti s’incontrano dopo l’assemblea Anche di questo, probabilmente, parleranno la presidente della Fondazione Antonella Mansi, e i vertici di Mps, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, nell'incontro che sarebbe stato fissato per la prossima settimana, forse già lunedì 27 o martedì 28 gennaio. Il primo incontro dopo lo strappo registrato in assemblea.
 
Vendita quote, piede sull’acceleratore Mentre a Rocca Salimbeni si lavora proprio sul consorzio, la Fondazione Mps, che detiene il 33,5% del Monte e aveva voluto con forza lo slittamento dell'aumento di capitale da gennaio a giugno contro i tempi più celeri indicati da Profumo e Viola, sta pensando di dare una forte accelerata alle operazioni di vendita delle sue azioni. Un'operazione che, per le stesse fonti, potrebbe essere finalizzata entro la fine di febbraio, in modo da scongiurare i rischi di un eventuale caduta del prezzo del titolo per l'aumento di capitale. L'obiettivo dell'ente, spiega un'altra fonte, vicina a Palazzo Sansedoni,  è «vendere il maggior numero possibile di azioni in un unico colpo, trovare la migliore soluzione che offra la possibilità concreta di realizzare un accordo che consenta di uscire dal debito di 340 milioni», soldi che l'ente deve a un consorzio di banche dal 2011, tra queste anche alcuni istituti pronti a partecipare al conosrzio di garanzia per l’aumento di capitale della banca. Durante la riunione della Deputazione generale, tenutasi ieri a palazzo Sansedoni, non sarebbero emerse notizie, oltre quelle pubblicate sui giornali, sulla possibilità che il sistema delle Fondazioni, nel suo insieme, sia pronto a intervenire in aiuto dell'ente senese.
 
Totaro entra in deputazione amministratrice Intanto Enrico Totaro è stato nominato nella Deputazione Amministratrice (leggi),  in sostituzione di Giorgio Olivato dimessosi a metà novembre (leggi). La nomina sarebbe avvenuta con 11 voti favorevoli, quelli necessari, sui 13 consiglieri presenti, e due astenuti. La scelta di questi ultimi due consiglieri, secondo quanto è stato riferito, sarebbe stata «dettata dal metodo di nomina e non per la persona».

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