Il mare è rimasto calmo solo alcune ore: così le operazioni per il pompaggio del carburante ancora non possono essere completate. Manca la flangiatura dell’ultimo dei sei serbatoi della Concordia e poi si potrà procedere con il defueling. All'alba di ieri, infatti, il pontone Meloria che fa da base per questo tipo di operazioni si era posizionato accanto alla nave, ma in serata è dovuto tonare in porto. E questa mattina onde alte oltre un metro sotto nave non hanno consentito di riprendere le operazioni.

Tempi certi per la rimozione A dettare le nuove priorità è il sindaco dell' Isola del Giglio Sergio Ortelli che in un incontro con la popolazione ha chiesto tempi certi e il buon esito per la rimozione della nave, oltre alla messa in sicurezza ambientale della Concordia e soprattutto che «il Porto possa tornare quanto prima ai gigliesi in vista della stagione turistica». Il commissario per l'emergenza, Franco Gabrielli che sarà al Giglio tra martedì e mercoledì per incontrare i gigliesi – ha garantito che si provvederà a rimodulare le forze dei soccorritori. Ad oggi sono 192 gli uomini e le donne che operano, a fronte delle 583 unità di personale che hanno rappresentato il picco massimo lo scorso 21 gennaio. La rimodulazione permetterà di liberare spazi in porto.

La decisione del Tribunale del riesame Intanto è durata circa 3 ore e mezzo l'udienza davanti al Tribunale distrettuale del Riesame di Firenze, chiamato a decidere sugli arresti domiciliari concessi al comandante della Costa Concordia Francesco Schettino. Il pubblico ministero della Procura di Grosseto, Stefano Pizza, ha lasciato l'udienza senza rilasciare dichiarazioni ai giornalisti. L'avvocato Bruno Leporatti, legale di Schettino, ha dichiarato ai giornalisti che il Tribunale si e' riservato la decisione che fara' conoscere la sentenza probabilmente entro giovedi' 9 febbraio. In attesa che il porto torni ai gigliesi, una pagina da libro Cuore: marito e moglie canadesi, scampati al naufragio hanno scritto una lettera per ringraziare la bidella che ha aperto una scuola media per accoglierli, l'infermiera che li ha medicati, un uomo che ha portato loro del vino. «Un giorno torneremo per abbracciarvi tutti e ringraziarvi uno ad uno».

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