In tempi di risanamento di bilanci e conti pubblici ogni sindaco si organizza come può. Nella Contea del Kent, ad esempio, il sindaco ha proposto la vendita all’asta di una delle copie della Magna Carta, il celebre documento concesso dal Re d’Inghilterra Giovanni Senzaterra nel 1215, per la cifra modica di 20mln di sterline. Da noi, più semplicemente, c’è chi prova a vendere i preziosi di famiglia per fare cassa, anche al costo di contravvenire alle politiche che da quarant’anni ormai hanno garantito la presenza del pubblico nei servizi pubblici.

AAA cedesi quote pubbliche per fare cassa. Suona infatti un po’ così l’annuncio che il sindaco di Rapolano Terme (Si) Sandro Starnini, starebbe facendo circolare tra i suoi colleghi sindaci i cui Comuni sono soci di Intesa, la controllante di Estra. L’oggetto della singolare iniziativa di questi giorni riguarda infatti la disponibilità alla vendita delle quote detenute dall’Amministrazione Comunale e pari all’1,6% in Intesa Spa, la società che detiene il 25% di partecipazione nel gruppo Estra, la multiutility dell’energia del Centro Italia. Un bel tesoretto, quantificato da Starnini in 940.000,00 euro da far confluire nelle, a quanto pare esangui, casse comunali. Un accorato appello messo nero su bianco dal primo cittadino in cui considera concluso il percorso avviato dal Consorzio Gas-Int con il gruppo industriale Estra che ‘segue logiche che via via si allontanano sempre più dalle concrete necessità dei Comuni con i capitali, oggi immobilizzati nella società, che potrebbero essere utilizzati in maniera più conveniente e con maggiori certezze’. Peccato che tutto questo sia in palese contraddizione con le stesse politiche portate avanti fino ad ora, legate anche a politiche di contenimento dei prezzi e occupazionali; chissà cosa nel penserà ad esempio il suo compagno di partito, Alessandro Piazzi, oggi amministratore delegato di Estra.

Ma c’è di più. Starnini, infatti, avrebbe individuato anche il potenziale acquirente delle quote e lo suggerirebbe ai Comuni per fare cassa: la Fondazione Monte dei Paschi di Siena. E così, in un’altra missiva inviata al presidente Carlo Rossi, il sindaco ‘indica’ quelli che, a suo modo, sarebbero ‘considerazioni e suggerimenti più generali’. “A mio giudizio – scrive Starnini – Fondazione Mps potrebbe proporre a tutti i Comuni soci l’acquisto di tutte le quote in loro possesso o almeno di una parte utile a garantire il controllo della società”. Una strategia che, secondo Starnini consentirebbe alla Fondazione Mps di raggiungere tre obiettivi: “ottenere un rendimento finanziario significativo, divenire un soggetto importante nelle strategie in campo energetico e garantire il territorio su partite strategiche molto importanti”. Infine quella che il sindaco di Rapolano Terme definisce una vera ‘urgenza’ con riferimento al ruolo dell’ente senese: “rinnovare e attrezzare adeguatamente la Fondazione e i soggetti ad essa collegati per svolgere questo ruolo”.

 

Articolo precedenteInvito al Monte. Banca Mps dà appuntamento al 14 dicembre per un nuovo itinerario alla scoperta dei suoi tesori
Articolo successivoRiver to River. Amori, passioni e ritratti dell’India, presentata la 19esima edizione del festival