Studia e lavora come critica di arte contemporanea, gira il mondo per dare voce alla sua passione e poi, in una galleria di Berlino, l’incontro che cambia la sua vita.

Diventa testimonial dello spot per la Ducati, poi una serie tv. Domenica 14 febbraio esce su Prime Video, distribuito da 102 Distribution, il suo primo film Amare Amaro. Diretta da Julien Paolini Virginia Perroni, giovane attrice toscana, arriva sullo schermo con il suo film d’esordio in una produzione franco-italiana del 2018 che vanta la partecipazione al Taormina FilmFest e la vittoria del Grand Prix come miglior film poliziesco al Festival Polar de Cognac. Sceneggiato dallo stesso regista con Samy Barroun vede tra gli interpreti Celeste Casciaro, Syrus Shahidi, Tony Sperandeo, Ciro Petrone, Gabriele Arena, Paolo Brancati, Virginia Perroni e Francesco Caltabiano. Un adattamento in chiave western dell’Antigone di Sofocle, ambientato nella Sicilia di oggi, con meravigliosi scorci di Belmonte Mezzagno, Terrasini, Balestrate, Carini e Cinisi, Amare Amaro è il racconto di uomo solo, contro tutti.

Un film che si concentra su delicate tematiche sociali legate all’attualità e impreziosite dalla vicinanza personale dell’autore. Il regista Julien Paolini parte infatti dall’aspetto autobiografico dell’essere franco-italiano per raccontare il protagonista nella vita familiare, nel rapporto con il vicino (sospettoso e superficiale nei confronti del diverso) e, allargando il campo, di riconoscimento della dignità umana (e qui viene maggiormente in aiuto la tragedia di Antigone).

Domani esce su Prime Video Amare Amaro. E’ stato il tuo primo film. Cosa rappresenta per te questo momento della tua carriera? Come lo stai vivendo?

Sono molto emozionata, sinceramente non so come sarà vedere la mia faccia accanto a quella degli altri attori e sono molto felice, perché questo film è stata un’esperienza incredibile. Non so che effetto mi farà. Spero che questo possa essere un punto di partenza per tante altre esperienze professionali che in questa fase di emergenza rimangono tutte in ballo ma che è molto complicato portare a termine. Mi auguro si possa ritornare alla vita normale prima possibile e che si possa continuare a fare il nostro mestiere.

Riconoscimento della dignità umana, sospetto e superficialità nei confronti del diverso, Paolini nel film sembra mettere a nudo molte delle contraddizioni dell’attualità che stiamo vivendo. Dove ci vuole condurre con Amare Amaro? A riflettere su quali aspetti della vita?

Questo film è un film di cuore, un bel traguardo per tutti noi. Abbiamo lavorato giorno e notte senza mai smettere ma non ho sentito neanche la fatica. Paolini del resto ci conduce a ragionare sul soggetto principale del film che è proprio il ‘diverso’. Tutti noi siamo diversi agli occhi degli altri. Un francese che viene da fuori in Italia e che viene accolto in Sicilia, rimane agli occhi degli altri sempre un ‘diverso’. Un pensiero che nel film viene rappresentato con il coro dei personaggi caratteristici che giudicano e spettegolano nel richiamo al coro della tragedia greca dell’Antigone. La grandezza di Paolini sta proprio nel portarci a riflettere, in un mondo come quello di oggi che comunque già ci porta a riflettere su tante cose, su quanto possa pesare il giudizio su una persona che non conosciamo. E invece dovremmo imparare a comprenderne la specificità e l’unicità che sono valori che possono arricchirci personalmente e come comunità.

Tu hai interpretato Anna. Sei la fidanzata di Gaetano che lo aiuta, soli contro tutti, in questo gesto di amore estremo nei confronti del corpo del fratello morto. Aiutaci a capire chi è Anna? Quali sentimenti e contraddizioni la animano?

Anna è una ragazza forte e molto decisa, è l’unico personaggio della tragedia che rimanda alla modernità. Ha vissuto in Sicilia, la madre è molto rigida e ricopre la carica di sindaco del paese. Nel momento in cui Anna si accorge che la madre agisce nel suo unico interesse e non in quello della sua comunità, cresce in lei un sentimento di rivalità che la porterà a decidere se rimanere in famiglia e seguire le orme della madre oppure se lasciare la sua famiglia per seguire l’amore della sua vita. Anna non ha nemmeno un minuto di dubbio e sceglie l’amore. Anna è l’eroina del film, colei che porta in trionfo l’amore.

Chi è invece Virginia?

Virginia è una persona molto auto ironica e semplice che tiene sempre un basso profilo. Se mi accade qualcosa di bello non devo vantarmene. Cerco di vivere e impegnarmi al massimo per questo lavoro. Ho una convinzione, quella di non sapere ancora niente e che devo ancora imparare tutto. È la chiave per prendere il positivo di questo mestiere.

Cosa vuol dire partire da un paese dalla provincia di Siena e arrivare sul grande schermo?

Credo che crescere in provincia sia stata la mia fortuna perché sono nata in un ambiente pulitissimo e sano. Non lo ritengo un deficit ma un punto di forza. Non avendo niente davanti e sapendo che dovevo guadagnarmi tutto, ho preso la valigia e ho avuto la motivazione per crescere sempre. Oggi per me è bello tornare a Chianciano Terme e vedere la persone che mi hanno vista crescere, commuoversi.

A quali altri progetti stai lavorando in questo periodo e per i prossimi anni?

Sono molto superstiziosa, non posso dire nulla.

Come pensi il cinema ma le arti e la cultura più in generale possano uscire da questa emergenza sanitaria e quale prezzo?

C’è un bel palazzo a Roma che si chiama Chigi, provi a chiedere a loro. Battute a parte, io mantengo la speranza che con i vaccini si possa tornare presto a fare il nostro lavoro. Tuttavia i musei, i cinema e i luoghi della cultura rimangono chiusi e noi giovani abbiamo perso un anno di vita. Bloccare un Paese come l’Italia che vive di questo ritengo sia una forte contraddizione. Mi auguro che si possa trovare al più presto un modo per riuscire a tornare a  lavorare.

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