Emergenza migranti, dopo l’appello all’accoglienza lanciato da Papa Francesco, lo scorso 6 settembre, l’arcivescovo di Arezzo, Cortona e Sansepolcro Riccardo Fontana ha deciso di prendere carta e penna e scrivere ai sacerdoti per «mobilitare tutte le parrocchie (245 in tutto il territorio) e le comunità religiose d’ogni genere, i santuari e le aggregazioni cattoliche». Nella lettera l’alto prelato tiene a precisare che accoglienza in questa fase significa «non solo il materiale reperimento di spazi adeguati, ma anche quella ospitalità che è connaturale alla nostra cultura toscana e alle scelte di carità cristiana», e che «laddove si parla di parrocchia, si intende l’intera comunità e il suo territorio, non la casa parrocchiale soltanto».

Riccardo Fontana vescovo Arezzo
Monsignor Riccardo Fontana

Una diocesi di 300mila abitanti Il territorio della diocesi aretina, infatti, è molto ampio, riunendo la città ma anche la Valdichiana aretina e la Valtiberina, compresi alcuni comuni nel senese, per un totale di oltre 300mila abitanti. Proprio per gestire l’accoglienza dei migranti e definire le procedure, lo stesso vescovo parteciperà domani ad un vertice con la Prefettura di Arezzo. «Per la mattina di venerdì 11 settembre prossimo –annuncia monsignor Fontana raggiunto telefonicamente – abbiamo indetto una riunione con i vicari foranei, i ventidue responsabili del territorio diocesano. Insieme a loro, e insieme alla Caritas diocesana e alla Prefettura, analizzeremo la situazione nel dettaglio per capire tutti gli eventuali sviluppi».

Una Caritas in ogni parrocchia «La Caritas Diocesana –spiega – ovviamente si mette a disposizione perché questi servizi diventino possibili nel rispetto delle norme sia civili che sanitarie e siano ordinati e ragionevoli. Pare che sia l’occasione provvidenziale perché ogni Comunità si doti di una Caritas Parrocchiale o di Unità Pastorale. Il buon senso fa ritenere che nessuno improvvisi o agisca da solo, ma è necessaria una rete che volentieri sarà coordinata con uno specifico servizio della Caritas diocesana».

La risposta all’appello del Santo Padre «Il Papa chiede e noi lo facciamo –continua monsignor Fontana -. Siamo felici di raccogliere l’appello del Santo Padre. Però bisognerà trovare le forme più consone per accogliere queste persone, affinché sia un’accoglienza decorosa. La chiave sarà certo accogliere dei piccoli gruppi, delle famiglie, secondo il modello dell’accoglienza diffusa che vige in Toscana. Così sarà come avere degli ospiti a casa nostra. Nel rispetto delle leggi dello Stato, delle istituzioni del territorio e di tutti gli abitanti».

Avete già un’idea di quante persone sarete in grado di ospitare?
«Ancora no, parlare di numeri è prematuro. Il vertice di venerdì mattina servirà proprio a questo. Lì capiremo in che misura i nostri ambienti dispongano o meno dei requisiti necessari ad un’accoglienza rispettosa».

Nella sua lettera ha parlato di nuove Caritas Parrocchiali. Crede che verranno istituite rapidamente per fronteggiare l’emergenza migranti?
«È proprio quello che vorremmo. La Caritas Diocesana continuerebbe a coordinare tutte le procedure di accoglienza insieme alla Prefettura. Sarebbe bello però che prendessero vita tante nuove Caritas, una per ogni comunità».

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