«Che i controllori non avessero fatto il loro lavoro è il segreto di Pulcinella. La truffa è stata sistemica, e non solo allo sportello. Lo gridiamo da anni, e siamo sempre più amareggiati di dover constatare che nonostante tutto, le vittime sacrificate nell’altare di un sistema corrotto e non più funzionale siano ancora i risparmiatori». Così, in una nota, Letizia Giorgianni, presidente dell’Associazione vittime del Salvabanche in merito alle conclusioni a cui è giunta la Corte d’Appello di Firenze che ha quindi annullato le sanzioni disposte al cda solo nel 2017 e quindi fuori tempo massimo, per aver nascosto la reale situazione nel prospetto sull’aumento di capitale di luglio 2013.

Giorgianni: «Azioni di contrasto deboli e tardive» «Risulta dunque con comprovata evidenza che Consob fosse stato informata del dissesto già nel 2013. Ma nulla fece a riguardo. Come nulla di concreto è stato fatto da Banca d’Italia prosegue Giorgianni -. Gli apicali organi di vigilanza si sono sempre fermati ad azioni di contrasto deboli e tardive -:  prima permettevano che dentro quelle banche avvenissero operazioni spericolate ed indecenti e poi si limitavano a multe ridicole, che il più delle volte non venivano neppure pagate dagli amministratori di quelle banche. Che i controllori non avessero fatto il loro segreto è il segreto di Pulcinella. La truffa è stata sistemica, e non solo allo sportello». «Di concreto in questa sentenza vediamo solo l’annullamento delle sanzioni agli amministratori che hanno portato la banca al crac, che alla fine, siamo pronti a scommettere, ne usciranno completamente impuniti» conclude la nota

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