«E’ complicato chiedere ad un giovane, o meno giovane, che non sia proprio alla fame, di farsi il mazzo per tre quattro mesi per portare a casa qualche spicciolo». A dirlo in una nota è Mirko Lami, segretario Cgil Toscana in questo inizio di stagione estiva in cui da più parti, sindaci e imprenditori, arrivano grida d’allarme per la mancanza di lavoratori stagionali. Non ultimo il sindaco di Gabicce (Pesaro) che nei giorni scorsi aveva spiegato che «molti giovani del Sud che facevano la stagione nei nostri alberghi non tornano perché ricevono il reddito di cittadinanza».

Lami: «Non fare di tutta l’erba un fascio» «In su e in giù per il paese, Toscana compresa, ci sono imprenditori che offrono lavoro e che non trovano chi raccoglie la loro offerta – spiega Lami –  Vediamo di non fare di tutta l’erba un fascio. Intanto distinguiamo i casi di chi cerca professionalità, saperi che il mercato del lavoro non offre ed in questo caso la colpa è di una scuola, complessivamente intesa che non crea le competenze necessarie. Poi ci sono i casi dei lavori stagionali, in cui le competenze si possono anche acquisire sul campo, e qui, credo, centri molto il quantum che viene offerto. Ci sono giovani che vanno all’estero, ne conosco, a fare i camerieri e gli addetti al piano perché guadagnano significativamente di più. E che dire delle decine di migliaia di giovani che ogni anno lasciano l’Italia perché non vedono qui il loro futuro. Meglio scappare subito piuttosto che attendere che arrivi l’occasione buona e nel frattempo tirare avanti facendo il bagnino da giugno ad ottobre. In aggiunta non dobbiamo dimenticare che i giovani sono una minoranza in un paese fatto per vecchi. Rifiutano il lavoro o vogliono lavorare a nero perché così prendono il reddito di cittadinanza? Chiedono di lavorare al nero in modo da non far crescere il reddito familiare con le conseguenze negative del caso? Può anche darsi, ma nessuno ci racconti che la propensione al lavoro nero in Italia sia frutto di un provvedimento di legge che data qualche settimana o di un sistema fiscale che andrebbe certamente cambiato, non sono i lavoratori che vogliono lavorare al nero. Per il nero, per favore, chiedete ai datori di lavoro. Insomma per spiegare la mancanza dei bagnini va analizzata la situazione complessiva del Paese e porre l’attenzione ai livelli dei salari in Italia che oggi sono più bassi di quelli di 10 anni fa».

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