Sono giovani, soprattutto uomini, per metà stranieri e con un basso livello di istruzione. E’ la fotografia relativa al 2012 della popolazione delle carceri toscane tracciata dall’Ars (Agenzia Regionale di Sanità) Toscana in collaborazione con il Servizio sanitario regionale, per verificare lo stato di salute della popolazione detenuta nelle carceri toscane.

I numeri 3.329 sono in totale i detenuti delle carceri toscane con età media di 38,5 anni, composta per la metà da stranieri (i nord africani sono il gruppo etnico più rappresentato) e per la quasi totalità (96,5%) maschile. Nonostante l’età media sia così bassa, oltre il 70% dei detenuti sono comunque affetti da almeno una patologia: soprattutto disturbi psichici, malattie infettive e disturbi dell’apparato digerente.

Disturbi mentali Analizzando più in dettaglio i dati emersi dall’indagine condotta nel 2012, emerge che i detenuti sono affetti soprattutto da disturbi di natura psichica: le malattie psichiche rappresentano il 41% di tutte le patologie riscontrate, prime per frequenza in tutti e 3 i principali gruppi etnici che compongono la popolazione detenuta (italiani, nord africani, est europei). Fra i disturbi psichici prevalgono i disturbi da dipendenza da sostanze (diagnosticati nel 52,5% dei detenuti affetti da disturbi psichici) e i disturbi nevrotici e di adattamento (28,4% dei detenuti). Rispetto all’indagine del 2009, le diagnosi di disturbi psichici sono aumentate, a fronte invece di una riduzione complessiva delle patologie: tale aumento è dovuto esclusivamente alla diagnosi di tossicodipendenza che, a distanza di 3 anni, è aumentata di quasi 15 punti percentuali.

Malattie dell’apparato digerente Ai disturbi di salute mentale seguono per frequenza i disturbi dell’apparato digerente (14,4% – in particolare del cavo orale) e le malattie infettive e parassitarie (11,1%). Fra le malattie infettive uno dei problemi maggiori è l’epatite C (probabilmente legata alla tossicodipendenza), che incredibilmente riguarda in misura maggiore i detenuti italiani (ma questo potrebbe dipendere solo dalla maggiore reticenza degli stranieri a sottoporsi agli screening infettivologici). Per quanto riguarda l’HIV, solo l’1,2% dei detenuti toscani risulta HIV positivo, dato nettamente inferiore a quello internazionale medio (10%), ma anche a quanto riportato da un recente studio multicentrico svolto in 9 strutture italiane attraverso la valutazione sierologica. La spiegazione: un numero elevato di detenuti in Toscana non è a conoscenza della patologia e probabilmente, non dando il proprio consenso allo screening, aggrava la propria condizione clinica e diventa un’importante fonte di contagio. Altre due patologie che interessano la popolazione detenuta sono la tubercolosi (TBC) e la sifilide.

Emergenza tentati suicidi I tentativi di suicidio ed i gesti di autolesionismo  rappresentano un’emergenza nel sistema carcerario italiano, così come in quello di molti altri paesi, ma la situazione nelle carceri toscane è migliore rispetto a quella italiana: nel corso dell’ultimo anno nelle carceri toscane il 6,1% dei detenuti visitati ha messo in atto un gesto di autolesionismo (in Italia è il 10,6% sul totale dei detenuti), mentre l’1,3% (44 soggetti) ha tentato il suicidio (in Italia la frequenza di tentati suicidi è dell’1,9% sul totale dei detenuti). Il 95% dei detenuti toscani che ha tentato il suicidio ha una diagnosi di malattia di tipo psichiatrico, prevalentemente legata al disturbo da dipendenza da alcol o sostanze (70%).

Il lavoro fa bene Nonostante le strutture penitenziarie toscane organizzino in media 5 ore di attività fisica (a cui partecipano però poco più del 40% dei detenuti), la permanenza giornaliera in cella rimane davvero molto elevata: i detenuti trascorrono infatti mediamente in cella oltre 17 ore al giorno. Il 33,9% svolge un’attività lavorativa o manuale durante la detenzione. Da una prima analisi sembra che i detenuti  che svolgono un qualche tipo di attività, pur in stato di coercizione, hanno una salute migliore rispetto agli altri.

I minori in carcere  Fra i minori detenuti nelle carceri toscane, 78 sono i ragazzi che durante il periodo indice hanno avuto accesso alle strutture, di cui 51 sono maschi. Solo il 29,5% di loro è italiano, la fascia di età più rappresentata è quella 16-17 anni ed oltre il 30% dei ragazzi detenuti presentano una patologia: si tratta  soprattutto di problemi di dipendenza da sostanze (in misura maggiore rispetto ai loro coetanei liberi).

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