«Elemento determinante, non motore, ma amplificatore della seconda impennata di casi di Covid-19 è stata la riapertura delle scuole che dalla sera alla mattina ha messo in giro 8 milioni di persone con tutte attività extrascolastiche collegate». A dirlo Francesco Menichetti, direttore dell’unità di Malattie Infettive all’Azienda ospedaliero-universitaria pisana, intervenendo questo pomeriggio alla Commissione Politiche Sociali del Comune di Pisa per fare il punto sull’emergenza sanitaria legata al Covid-19. Menichetti ha raccontato la «sofferenza di Pisa, della Toscana e dell’Italia. Noi siamo un comune solido – ha detto – e rispetto alla prima ondata di febbraio-marzo stiamo cercando di mantenere attive anche tutte le attività non Covid» per i pazienti affetti da altre patologie. «Nella prima ondata si era fermato tutto – ha spiegato Menichetti – ora stiamo affrontando un’epidemia che ha causato ad oggi 192 degenti in ospedale a Pisa (al Cisanello, ndr), di cui 35 in terapia intensiva e sub intensiva».

«Governo non può fare gioco del cerino» «L’Italia è oggi rappresentata con colori diversi che mi convincono molto poco per la loro dinamicità – ha detto il direttore dell’unità di Malattie Infettive all’Azienda ospedaliero-universitaria pisana – Il virus scappa via, è come un attaccante palla a piede, una volta superato il difensore non lo chiappi più. Non puoi chiudere dopo. Andare avanti in Italia a velocità variabile coi colori, rischia di provocare ulteriori distonie e problemi. Le correzioni, saranno sempre tardive». Per questo «dobbiamo difenderci, stringerci a corte, correggere gli errori che fanno inceppare i meccanismi – sottolinea Menichetti -, chiedere con forza al Governo centrale indicazioni, lo chiedo da cittadino. Il Governo non può fare il gioco del cerino scaricando su Regioni e Comuni le responsabilità che non vuole o non sa assumersi. Siamo passati dai canti sui balconi a febbraio ai cassonetti bruciati in piazza. La gente è stufa – aggiunge il direttore dell’unità di Malattie Infettive all’Azienda ospedaliero-universitaria pisana -, vuole risposte, in termini di ristori, non promesse che stanno a zero, ci vuole moneta sonante. Sono convinto che se si chiede alla gente un ulteriore supplemento di sacrificio, bisogna anche spiegare gli obiettivi che i nuovi sacrifici devono raggiungere in tempo limitato».

Patto generazionale nonni-nipoti «Ci vuole un grande senso di responsabilità, grande è l’onere degli amministratori, grande è il fardello che hanno sulle spalle – spiega ancora Menichetti -. Il mio invito è di cercare, trovare la massima armonia, chiedere ai cittadini, e ai giovani soprattutto, un comportamento, ancora più responsabile. Sono troppe le scene di assembramenti a Pisa, ma anche in Versilia e Firenzei. I giovani devono capire che esiste un patto generazionale, genitori e nonni che li hanno cresciuti e permesso di studiare meritano il loro rispetto, il loro impegno e il loro atteggiamento maggiormente responsabile. Le scene giunte dal lungomare di Napoli facevano stringere il cuore: da un lato la gioventù sprezzante e dall’altro le auto in fila davanti agli ospedali con dentro la gente attaccata all’ossigeno» conclude Menichetti.

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