Sono riusciti ad accedere pagando in criptovalute a siti internet nascosti nel deep web e qui assistevano a violenze sessuali e torture praticate in diretta da adulti su minori interagendo con i protagonisti delle stesse violenze e richiedendo sevizie sui corpi dei bambini. E’ quanto accertato dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Siena, coordinati da Antonio Sangermano, Capo della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Firenze, a seguito di una prosecuzione di indagini su una chat scoperta ad ottobre nella quale giovanissimi di tutta Italia diffondevano materiale pedopornografico e razzista. I militari sono riusciti a risalire all’identità di due giovani 17enni, un ragazzo e una ragazza ex compagni di scuola residenti in Piemonte, che sono stati denunciati per pedopornografia e istigazione a delinquere. Nel corso delle perquisizioni odierne sono stati rinvenuti e sequestrati telefoni cellulari, personal computer, tablet, chiavette usb e memorie esterne.

Le macabre richieste degli spettatori Amputazione degli arti o sversamento di olio bollente sul corpo dei bambini durante le violenze sessuali. Sono solo alcune, secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, delle richieste effettuate dagli spettatori durante i video live ai quali si poteva assistere e interagire accedendo in siti internet criptati. Secondo quanto accertato dalle indagini che hanno portato alla denuncia di due 17enni piemontesi che avrebbero partecipato via web alle violenze, i luoghi segreti on line definiti ‘red rooms’ sarebbero in realtà “verosimilmente nel sud est asiatico”, riferiscono i militari. Le investigazioni hanno consentito di acclarare le modalità di accesso al deep web, dove vengono acquisite e poi fatte circolare le immagini ‘gore’, con esecuzioni, omicidi, smembramenti, atti sessuali compiuti in danno di animali, estrapolazioni di organi, castrazioni, immagini raccapriccianti e pedopornografia ai danni di bambini piccolissimi.

I video sequestrati Le immagini rinvenute e già sequestrate attengono dunque e tre tipologie: video pedo-pornografici auto realizzati da minori, che si riprendono nudi od intenti al compimento di atti sessuali; video realizzati da adulti, relativi ad atti sessuali e violenze compiuti da soggetti minorenni anche di sesso femminile ai danni di minori, anche in tenerissima età (2-4 anni); video ‘gore’, per lo più associati a simboli nazisti. La scorsa settimana a Lucca era stata ‘stroncata’ una chat tra minorenni dove venivano diffusi materiali e video con violenze pedopornografiche; un’indagine che ha portato a 20 denunciati.

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