E’ scattato sabato scorso fra le montagne dolomitiche della Val di Fassa la prima parte del ritiro estivo della Fiorentina guidata da Vincenzo Montella che per l’ottavo anno consecutivo ha deciso di iniziare la propria fase di preparazione fisico-atletica e tattica a Moena. La ridente località denominata ‘Fata delle Dolomiti’ vivrà però una situazione abbastanza strana nei prossimi giorni visto che già il 12 luglio prossimo una parte dei giocatori della rosa viola lascerà il Trentino per partire in direzione Stati Uniti dove dal giorno 17 la formazione gigliata sarà impegnata nel prestigioso torneo denominato ‘International Champions Cup’ avendo approfittato, grazie alla sua nuova proprietà americana, della defezione a tale manifestazione della Roma. Così se un gruppo sfiderà nell’ordine i messicani del Chivas Guadalajara, i portoghesi del Benfica e gli inglesi dell’Arsenal, guadagnando economicamente molto da tutto ciò, oltre che facendo felice il neo presidente del club, Rocco Commisso, un altro rimarrà a Moena, a lavorare sotto la guida di parte dello staff che ha in Vincenzo Montella il proprio vertice, sfidando club quali Bari e Benevento.

Serve pazienza «Sono sincero, così come tutti i componenti della società, sanno come la penso, non perché sono qui a Moena, ma io avrei preferito rimanere in un’unica struttura per poter lavorare in maniera un po’ di più continuativa – ha puntualizzato Vincenzo Montella -. Però capisco anche la dirigenza e soprattutto la proprietà che aveva questo entusiasmo di fare questo torneo», l’International Champions cup, «per il brand, per soddisfazione personale, per avere la squadra più vicina per un po’di tempo, e da parte mia c’è la massima disponibilità in questo. Si spezza qualcosa perché ci sono i viaggi, ci sono i fusi orari, c’è una temperatura diversa e quindi c’è meno tempo per poter lavorare, quindi io avrei scelto di poter restare qui. Però va capito anche il presidente e penso che sia una cosa giusta così». In attesa di capire cosa accadrà all’International Champions Cup, la Fiorentina, provando ad evitare una ‘bomba d’acqua’ che ha investito in pieno la Val di Fassa, e facendo fronte ad un brusco sbalzo termico fra Firenze e le Dolomiti, ha iniziato a lavorare con 31 giocatori, fra i quali il portiere Terracciano, ultimo acquisto in ordine cronologico di una campagna di rafforzamento che vedrà il d.s. gigliato Daniele Pradè provare a vendere quei 60 dei 76 giocatori attualmente tesserati per il club viola, che lui stesso ha detto di non essere funzionali al progetto della squadra futura. Il tutto senza che Vincenzo Montella possa ancora capire se potrà contare o meno nella prossima annata su Federico Chiesa, in vacanza post Europeo Under 21 fino al 16 luglio, e su capitan German Pezzella, fresco di terzo posto ottenuto con l’Argentina nell’edizione della ‘Coppa America’ chiusasi ieri. Rispetto a quanto avvenuto nella passata stagione viola «abbiamo già detto nei mesi scorsi che si ripartiva e si ricominciava – ha sottolineato ancora Vincenzo Montella -. Abbiamo azzerato tutto, i cicli vanno rispettati, c’è un momento in cui vanno vissuti ed altri in cui va capito che vanno chiusi. Abbiamo fatto questo, si riparte e io ho tanto entusiasmo.  Il mio periodo qui è utile per capire le risorse che ha la Fiorentina, anche rientrate» da altri club, «perché ce ne sono, capire il loro livello, la loro attitudine a mettersi a disposizione di un nuovo percorso – ha aggiunto Montella -. Ho sentito la conferenza stampa» di pochi giorni fa «del direttore Pradè. Ci ha detto di avere calma, pazienza ma al contempo ha detto che ci farà una squadra competitiva sotto i dettami della proprietà che ci ha portato tanto entusiasmo, che è quello che serviva. Noi rispettiamo tutti ed abbiamo voglia di ripartire, con un po’ di pazienza, e la chiedo anche a me stesso perché non puoi avere sempre tutto subito. Non può essere così».

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