Marcello Clarich al suo arrivo in Fondazione Mps
Marcello Clarich al suo arrivo in Fondazione Mps
Marcello Clarich al suo arrivo in Fondazione Mps

E’ entrato nel vivo il lavoro della Fondazione Mps per decidere il futuro in vista dell’aumento di capitale da 3 miliardi deciso da Banca Mps. La Deputazione amministratrice è tornata a riunirsi e, al termine, il presidente Marcello Clarich si è detto «abbastanza tranquillo» in attesa del piano definitivo che «si chiarirà in un paio di mesi». Solo allora, «a ridosso della scadenza», la Fondazione Mps deciderà se aderire o meno alla ricapitalizzazione. Clarich ha anche specificato che sulla scelta pendono l’andamento del titolo che anche oggi ha chiuso in netto rialzo (+6,7%) a 0,59 euro, facendo segnare un +36% dal minimo storico toccato il 30 gennaio a 0,40 euro, e da altre variabili «tra cui l’ingresso del Tesoro che è una novità». Neanche l’incremento dell’aumento di capitale da 2,5 a 3 miliardi sembra preoccupare troppo il presidente della Fondazione Mps che ha rivelato: «non ci emoziona» e l’Ente ha «la liquidità disponibile».

Capitolo fusione Qualche grattacapo potrebbe invece arrivare con la successiva, probabile, aggregazione o fusione della banca. Clarich non ha nascosto la possibilità che si riduca il peso della Fondazione nella compagine azionaria della banca ma «quanto dipenderà dalla grandezza del partner», italiano o straniero che sia. Importante «è che rimanga un contatto con il territorio, operazione peraltro non facile» ha tenuto a precisare.

Capitolo rinnovo vertici di Rocca Salimbeni L’altro tema caldo sul futuro del rapporto tra Fondazione e Banca Mps è il rinnovo dei vertici di Rocca Salimbeni vincolato dal patto con Fintech e Btg Pactual per il 9%. Clarich ha più volte manifestato la propria fiducia sul presidente Alessandro Profumo e sull’Ad Fabrizio Viola ribadendo che non si cambiano i timonieri della nave in periodo di tempesta; quanto invece alla composizione della lista per il rinnovo del Cda della banca è in corso una consultazione con gli altri pattisti. Insieme hanno dato mandato congiunto «a un cacciatore di teste internazionale» per individuare i quattro componenti. Anche in questo caso «la Fondazione avrebbe piacere che un componente del Cda fosse radicato sul territorio» ha specificato Clarich.

Capitolo direttore generale La prossima scadenza intanto nelle sale di Palazzo Sansedoni è l’approvazione del bilancio consuntivo 2014 e immediatamente dopo, tra aprile e giugno, l’attuale Dg Enrico Granata lascerà l’incarico. Per sostituirlo la Deputazione amministratrice a ha già avviato il confronto e individuato alcuni criteri per la selezione: «un’altissima professionalità e una sensibilità non esclusivamente finanziaria, ma legata alla missione della Fondazione» ha spiegato Clarich svelando di prediligere «un professionista non a fine carriera, che abbia esperienza ma anche prospettiva». Dopo aver messo in liquidazione la società strumentale di ricerca Siena Biotech, intanto la Fondazione valuta la cessione anche della società immobiliare Sansedoni e si è detta «disponibile a valutare proposte da parte di eventuali acquirenti». Al momento non si sarebbe presentato nessuno ed è in atto un dialogo con le banche creditrici, prima tra tutte Banca Mps.

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