La fotografia del colpo assestato dalla crisi economica alla Toscana è nitida: nei lunghi anni della discesa, fino alla faticosa risalita, il reddito pro capite nella nostra regione è sceso da 20.500 euro nel 2008 a 18.700 euro nel 2016, con una contenuta risalita rispetto al 2013, quando si è toccato il punto più basso. Sono 45mila in più le persone scivolate sotto la soglia del rischio di povertà e sono 54mila gli individui che invece sono entrati nella condizione di povertà assoluta: erano 65.663, sono saliti a 119.517, in termini di famiglie sono oltre 53mila (nel 2008 erano quasi 32mila). Le situazioni di deprivazione materiale, ovvero di impossibilità di soddisfare bisogni primari – ad esempio il riscaldamento della propria abitazione, o un pasto che assicuri il necessario apporto calorico –, sono poco meno che raddoppiate: dal 3,9 al 7 per cento. Sono 615mila le persone che vivono in una condizione di vulnerabilità, perché a rischio di povertà o di esclusione sociale, 44mila in più rispetto al 2008. Questi i dati che emergono da una ricerca sul fenomeno dell’usura e sul sovraindebitamento in Toscana, effettuata dall’Irpet su proposta della seconda commissione del Consiglio regionale, presieduta da Gianni Anselmi (Pd).

Ricerca che rappresenta l’avvio di un lavoro del Consiglio regionale per sostenere persone e imprese cadute nell’usura o esposte al sovraindebitamento, conseguenze dell’impoverimento determinato dalla crisi economica. L’iniziativa è della vicepresidente Ilaria Bugetti (Pd). «Il tema riguarda le imprese e i singoli cittadini e chiama le istituzioni a cercare risposte valide. L’impulso – spiega la consigliera – è arrivato dalla realtà di Prato, ma interessa tutti i territori della nostra regione». Dove emergono aspetti di scarsa omogeneità nei territori: a Livorno sono principalmente i cittadini a cadere nell’indebitamento non sostenibile, a Prato sono prevalentemente le imprese. La ricerca si è rivolta prioritariamente agli organismi di composizione della crisi (Occ), costituiti dopo il 2012. «Nella provincia di Prato, con Carmignano capofila, è stato costituito il primo Occ in Toscana e secondo in Italia, dopo Catania», ricorda Bugetti. «Emerge chiaramente che i cittadini non conoscevano le opportunità e i servizi ai quali accedere. E ci siamo resi conto che la Toscana ha una buona legge, ma solo in parte applicata». Di qui l’iniziativa della ricerca commissionata a Irpet e il lavoro che resta da fare.

La legge anti-suicidi Sul tavolo, anche la riforma Rordorf della legislazione sull’insolvenza varata nel 2017, “la cosiddetta legge anti-suicidi”. Con delle necessità immediate già individuabili: «Informare chiaramente tutti i cittadini, intercettare prima possibile le situazioni di difficoltà, formare gli operatori, perché possano agire con tempestività e efficacemente coordinati. La Toscana deve necessariamente approfondire gli strumenti normativi per contribuire a risolvere le situazioni difficili. Abbiamo di fronte un puzzle che deve essere composto in tutti i suoi aspetti. Partiamo da questa immagine chiara che ci fornisce Irpet, una fotografia del tessuto sociale». Sarà la stessa vicepresidente a lavorare su mandato della seconda commissione alla realizzazione di una giornata aperta ai cittadini e alle imprese. «Coinvolgeremo la commissione sanità e politiche sociali, i Comuni, l’Università di Firenze, le associazioni dei professionisti, le associazioni del terzo settore, le associazioni di categoria, Cna, Confartigianato». La ricerca ha riscontrato l’apprezzamento degli altri gruppi in commissione. «Su questo lavoro ci siamo – ha dichiarato il consigliere Gabriele Bianchi per il Movimento 5 stelle –, bisogna riuscire a fornire risposte immediate».

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