foto_lucchini.JPGUn presidio di 24 ore a partire dalla mezzanotte di domani, su un’aiuola, all’ingresso di Piombino vestiti da schiavi per protestare contro la riforma del lavoro del Governo Renzi. E’ questa l’iniziativa presa da un gruppo di lavoratori di Piombino (Livorno), dipendenti della Lucchini, della Magona Arcelor Mittal, della Sol e delle ditte appaltatrici che «adesso – come scrivono in un comunicato – devono unire all’incertezza occupazionale anche la perdita dei loro diritti fondamentali».

Raccolta firme per referendum abrogativo ono dodici i lavoratori che si vestiranno da schiavi, «per simboleggiare le condizioni in cui ci vogliono ridurre – dicono – ma soprattutto per evidenziare che solo con la lotta i lavoratori potranno spezzare le catene di chi vuole togliere loro la dignità. E’ veramente schiavo non chi ha le catene ai piedi, ma chi accetta di essere schiavo. Il Governo Renzi mentre continua a non dare risposte soddisfacenti alla crisi della siderurgia di Piombino – ha detto Paolo Francini, l’operaio Lucchini che fece lo sciopero della fame e che parteciperà al presidio insieme agli altri – decide con la revisione dello Statuto dei lavoratori, di togliere ai lavoratori stessi, la qualifica di cittadini. Noi vogliamo rientrare tutti al lavoro qui a Piombino e lo vogliamo fare da cittadini e non da schiavi. Per questo vogliamo impedire lo stravolgimento dello statuto dei lavoratori chiedendo che si arrivi allo sciopero generale e, se sarà approvata, ad una raccolta firme per un referendum abrogativo di questa controriforma sul lavoro».

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