La Gioconda di LeonardoUn uomo e una donna come fonte di ispirazione per uno dei capolavori dell’arte italiana: la Gioconda. Secondo recenti studi basati sull’utilizzo delle più moderne tecnologie ad ispirare Leonardo da Vinci furono Lisa Gherardini e il suo allievo prediletto, il Salai. A dirlo è il Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici Culturali e Ambientali basandosi sullo studio condotto da Silvano Vinceti, responsabile della ricerca sui resti mortali della Lisa Gherardini, che ha dichiarato: «Grazie al sapiente utilizzo delle fonti storiche e dei risultati delle moderne tecnologie indagative a disposizione, è stato possibile giungere ad un risultato poggiante su fondamenti solide ed oggettive. Diversi sono i documenti ha sostegno della tesi che la Lisa Gherardini fu la prima modella di cui si avvalse Leonardo, ma rimaneva un alone di nebbia e incertezza. Ora grazie alla disponibilità della prima, delle tre stratificazione emerse dall’esame a raggi infrarossi, realizzato anni addietro, sulla Gioconda del Louvre, si può dare una risposta solida».

Lisa Gherardini modella triste «Nella prima, quella che diede inizio a questa grande avventura pittorica – spiega Vinceti -, la Gioconda appare malinconica e triste. Giorgio Vasari nella storia dei grandi artisti nella parte dedicata a Leonardo scrisse che: Francesco del Giocondo, marito di Lisa Gherardini, per far ridere la moglie malinconia e triste chiamò giullari e clown, mentre Leonardo la ritraeva; il povero Vasari non venne creduto. Leonardo nel sua opera “ Trattato di pittura”, scrisse che il grande pittore non devo solo riprodurre le sembianze fisiche del suo modello ma, cosa più difficile, tradurre in sembianze fisiche la sua interiorità. Leonardo vide la Gherardini triste e così la tratteggiò. Tre prove certe che ci permettono di individuare in modo definitivo nella Lisa Gherardini la prima modella di cui si avvalse».

Il Salai nelle sembianze di San Giovanni Battista
Il Salai nelle sembianze di San Giovanni Battista

Naso e sorriso della Gioconda sono del Salai «Il secondo modello  – spiega ancora Vinceti – che utilizzò nel lungo periodo di gestazione di questo capolavoro pittorico e spirituale, fu Gian Giacomo Caprotti detto – il Salai-. Leonardo si avvalse del Salai in sue varie opere: l’Angelo Incarnato, il Sant’ Anna, e nel suo ultimo capolavoro il San Giovanni Battista. Anche in questo caso vi sono solo indiretti documenti storici a disposizione ma, solo grazie alla applicazione del Photoshop avanzato, è stato possibile compiere una accurata sovrapposizione di alcuni particolari fra, la Gioconda del Louvre , i dipinti sopra menzionati. In particolare ci siamo avvalsi del San Giovanni Battista. Si è riscontrato una impressionante corrispondenza fra la componente del naso e della fronte della Gioconda e il dipinto messo a confronto; una similitudine fra il sorriso della Gioconda e quelli presenti nei dipinti con modello il Salai. Grazie a tali prove tecniche si può sostenere con forte basi oggettive che oltre alla Gherardini, Leonardo si avvalse del Salai».

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