Una casa a Firenze dove i padri separati o divorziati potranno godersi i momenti insieme ai propri figli. Cinque mini appartamenti nel cuore dell’Oltrarno dotati di ogni comfort dove i bambini potranno stare insieme ai propri padri e vivere con loro la quotidianità. E’ la ‘Casa dei babbi’, che si affaccia su piazza Santo Spirito al civico 24, la prima struttura in città per i padri soli, che molto spesso dopo la separazione o il divorzio dalla moglie si trovano a dover fronteggiare difficoltà economiche e abitative non avendo né una casa di proprietà né la possibilità di potersi pagare un affitto o di entrare in un alloggio popolare perché hanno un reddito che supera la fascia prevista per l’assegnazione.

5 appartamenti pronti, altri 5 in attesa di ristrutturazione La ‘Casa dei babbi’ è dotata di cucina, ludoteca, libreria e salotto comuni dove è possibile creare momenti di socializzazione non solo tra i bambini, ma anche tra i padri che così hanno l’occasione per confrontarsi e sostenersi a vicenda. Non solo, negli spazi comuni sarà possibile anche organizzare iniziative con gli amici. L’immobile di proprietà del Comune torna quindi in dotazione alla città dopo che nell’ottobre 2014 era stato sgomberato da un’occupazione che nel corso degli anni è diventata abusiva. La struttura è stata inaugurata alla presenza del sindaco Dario Nardella, e dell’assessore al welfare Sara Funaro. Oltre ai cinque babbi primi assegnatari insieme ai figli, anche gli abitanti del quartiere hanno partecipato al taglio del nastro. Una cerimonia semplice ma sentita, una vera festa accompagnata dalle canzoni tipiche dei Musici Fiorentini. La ‘Casa dei babbi’ è destinata a crescere e a raddoppiarsi: una volta finiti i lavori di ristrutturazione degli altri cinque appartamenti che si trovano al piano superiore diventeranno complessivamente 10.

Il sindaco Nardella: «Risposta concreta a un fenomeno drammatico» «Questa inaugurazione rappresenta un risultato piccolo ma straordinariamente importante – ha sottolineato il sindaco Nardella –. Con questo immobile in cui troveranno alloggio cinque padri separati diamo una risposta concreta a un fenomeno drammatico che sta crescendo. Ho conosciuto babbi in grandissima difficoltà che, oltre al dolore della separazione, devono affrontare anche gravi problemi economici soprattutto per quanto riguarda l’alloggio. Come amministrazione dobbiamo dare una risposta anche a questo bisogno e lo abbiamo fatto dedicato un immobile fino a poco fa occupato illegalmente. L’abbiamo liberato ripristinando la legalità e abbiamo iniziato a ristrutturarlo. Stamani consegniamo i primi cinque appartamenti ad altrettanti babbi che potranno quindi iniziare da qui a ricostruire la propria vita».

Graduatoria aggiornata ogni sei mesi  I padri possono rimanere nella struttura per un periodo massimo di 12 mesi, rinnovabile fino a un massimo di 18. La graduatoria non si chiude mai e viene aggiornata ogni sei mesi. I padri che ne hanno diritto vengono inseriti inizialmente nella Casa di piazza Santo Spirito per un periodo di trenta giorni; decorso questo periodo il gestore, GenGle, redige una relazione che trasmette al Comune con la quale propone il mantenimento dell’ospite nella struttura o il suo allontanamento. Nella ‘Casa dei babbi’ sono ammessi i padri autosufficienti, divorziati, separati o in corso di separazione o che abbiano interrotto la convivenza. Sono esclusi coloro che sono stati privati, anche temporaneamente, della potestà genitoriale o il cui diritto di visita ai figli è stato escluso dal giudice. Tra i requisiti per potervi abitare i padri devono avere almeno un figlio minorenne residente nel comune di Firenze, aver lasciato l’abitazione di convivenza e non avere una condizione abitativa adatta a favorire e a garantire la continuità del rapporto con i figli minori. Il padre deve essere anche in regola con il pagamento degli eventuali contributi alla moglie o ex moglie/convivente e ai figli, fatto salvo il caso che il soggetto sia privo di reddito o abbia un reddito comunque acquisito inferiore al reddito minimo Inps e non essere in situazione di separazione nella quale il giudice abbia disposto gli incontri protetti.

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