La battaglia della piccola Matilde per vedersi riconosciuto il diritto alla salute ha visto il giusto epilogo in una vicenda giudiziaria che si è trascinata anche troppo a lungo. La bambina dai grandi occhi marroni di Colle Val d’Elsa (Siena) affetta dalla nascita da tetraplegia spastica, microcrania acquisita, grave ritardo mentale ed epilessia in seguito a errori commessi dai medici durante il parto, potrà volare in Florida e portare a termine le cure di cui ha bisogno a spese dell’Azienda Sanitaria Locale. A sancirlo la Corte di Appello di Firenze, Sezione Lavoro, con una sentenza che rappresenta un vero e proprio precedente in Giurisprudenza.
 
La sentenzaLa Corte di Appello ha rigettato l'appello dell'Azienda Sanitaria locale che non voleva pagare le spese per curare la piccola in America, unico centro ritenuto idoneo in un primo momento dalla stessa Asl 7 di Siena per effettuare tre cicli di terapie (leggi). L'Azienda Sanitaria Locale e la Regione Toscana, sono state condannate entrambe a rimborsare le spese anticipate dai genitori della bambina per il secondo ciclo di cure e a rimborsare quelle che sosterranno per il terzo in programma nelle prossime settimane. Asl e Regione sono state anche condannate al pagamento delle spese dei due gradi di giudizio fino ad ora affrontati. La sentenza arriva dopo la prima udienza svoltasi il 21 maggio scorso alla Corte di Appello di Firenze, dopo che il legale della famiglia, Mario Cicchetti aveva presentato un appello incidentale chiedendo al giudice di riconoscere il diritto alle cure della piccola e di annullare la sentenza di primo grado del Tribunale di Siena in cui il giudice aveva rigettato la domanda di risarcimento fatta dal difensore della famiglia contro l'azienda sanitaria (leggi)
 
La contentezza e la dedica del padre Il padre della piccola Matilde non riesce a trattenere, come ovvio che sia, la contentezza per una sentenza che dona dignità ad una coppia di genitori che ha scelto di abbandonare tutto, compreso il lavoro, per dedicarsi alla propria piccola. «Per noi è stata una liberazione – racconta il padre – non per un fatto economico quanto per aver visto riconosciuto quel diritto alla salute che mai dovrebbe essere negato a una persona. Sono felice che questa pronuncia della Corte di Appello possa servire a tante altre famiglie che si trovano nella nostra stessa condizione perchè solo loro sanno cosa significa e quanto questo sia difficile da raccontare. Voglio dedicare questa vittoria a mia moglie che è una persona speciale e sta mettendo tutta se stessa 24 ore su 24 nell’assistenza e la cura della nostra bambina. Infine, un ringraziamento speciale – ha concluso il padre di Matilde -, all’avvocato Cicchetti che si è dimostrato meraviglioso sul piano professionale come dal punto di vista umano riempiendoci le giornate e dimostrando sempre una dolcezza fuori dal comune nei confronti della nostra Matilde».
 
Aperta la strada giudiziaria «Il Collegio della Corte di Appello – ha spiegato l’avvocato Cicchetti – ha rigettato l’appello proposto dall’Azienda Sanitaria Locale e accolto in toto il nostro appello incidentale. In altre parole, è stato riconosciuto il diritto di Matilde di continuare il suo ciclo di cure negli Stati Uniti. Ciò, e questa è anche la parte rivoluzionaria della pronuncia del Collegio, costituirà un precedente assoluto in Giurisprudenza e darà la possibilità a molte famiglie che si trovavano nelle medesime condizioni di quella dei miei asistiti di potersi curare in centri di altissima specializzazione esteri che, purtroppo, non hanno eguali in Italia. La sentenza significa, inoltre, che la bambina, anche in futuro, potrà beneficiare dei medesimi trattamenti senza dover pietire assistenza che in altri Paesi civili sarebbe stata a lei concessa de plano, senza dover ricorrere ad estenuanti giudizi».

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