«Se tutto andrà liscio» nel 2020 sarà riaperto al pubblico il Corridoio Vasariano, il passaggio realizzato nel 1565 da Giorgio Vasari per volere di Cosimo I de’ Medici tra Palazzo Vecchio e Palazzo Pitti a Firenze. Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, ha confermato l’obiettivo della data, annunciando che il progetto di riallestimento e riapertura del corridoio, oggetto di un lavoro di due anni, è stato completato.

Chiuso dal 2016 per lavori di adeguamento Il Vasariano è chiuso dal dicembre 2016 proprio in vista dei lavori di adeguamento, che prevedono anche la messa a norma in materia di sicurezza: trasferiti al museo degli Uffizi gli autoritratti precedentemente esposti nel Corridoio, nel nuovo allestimento ci saranno marmi commemorativi e documenti sulla storia di Firenze e degli Uffizi, per dare vita a un «percorso della memoria». L’operazione, ha spiegato Schmidt, avrà un costo fra 7 e 8 milioni di euro: Invitalia gestirà il bando di gara per i lavori atteso a breve, mentre la conferenza dei servizi sarà convocata dalla Soprintendenza per i beni architettonici.

Due biglietti di ingresso a tariffa variabile Due i biglietti di ingresso, entrambi con tariffa variabile (non ancora fissata dal Cda degli Uffizi) secondo la stagione: uno per il ‘Percorso del Principe’ integrale da Palazzo Vecchio a Forte Belvedere, e uno per visitare Corridoio e Giardino di Boboli, con ingresso dall”auditorium Vasari degli Uffizi dove «verrà proiettato – ha detto Schmidt – un filmato sulla storia di Firenze, sulla storia dei Medici e sulla storia architettonica degli Uffizi e del Corridoio».  L’allestimento consisterà in «un percorso su Firenze – ha aggiunto il direttore – con vista su Firenze, ma anche con i momenti storici della città, quindi iniziando dalla bomba dei Georgofili, ma poi ad esempio ci sarà un altro spazio dedicato al bombardamento da parte dei nazisti nell’agosto 1944». Schmidt rivendica la mole del lavoro di ricerca svolto negli ultimi due anni e mezzo: «Non soltanto abbiamo fatto tutti i rilievi analitici, a partire dalle termografie fino ai carotaggi, ma una squadra dell’Università di Firenze ha fatto un’analisi a tappeto di tutti i materiali archivistici dal ‘500 fino ad oggi. Questo è confluito in un libro in corso di stampa della professoressa Francesca Funis, che ha studiato questo argomento, e che quindi risolve tutti i dubbi che eventualmente ci potevano essere sul Vasariano».

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