Stefania Bariatti con l'ad di Mps Marco Morelli

«C’è un po’ di rammarico, è naturale. Si pensava su una continuità, sapendo che l’Ad sarebbe stato cambiato e che si potesse quindi garantire una continuità nella presidenza e nel Cda». Lo afferma la presidente uscente di Mps Stefania Bariatti a chi gli chiede della mancata riconferma da parte del Tesoro. «L’azionista – spiega – ha deciso diversamente e, come abbiamo detto fin dall’inizio, l’azionista sceglie» e sicuramente c’è «una strategia dietro questa modifica così radicale del Cda» di cui «dovete chiedere conto a loro». «Dal punto di vista personale c’è rammarico, metterò a frutto questa esperienza in altri contesti» aggiunge.

Vincoli Ue troppo rigidi «Mps è in piena corsa» ma «lo abbiamo detto più volte, con i vincoli Ue così rigidi (per le norme degli aiuti di stato ndr) vecchi e obsoleti nessuno può andare avanti. Non si può correre con le gambe legate». Lo afferma la presidente uscente di Mps Bariatti che si è detta così d’accordo con l’Ad in uscita Marco Morelli. Le altre banche, spiega la Bariatti, «che sono libere da vincoli hanno tutte riviste i loro piani e hanno potuto modificarli tenendo conto» della mutata situazione. La presidente ha ricordato come si trattava di un piano già «vecchio un anno fa» e ora ancora meno valido vista l’emergenza Covid, sottolineando di averlo più volte fornito i dati e che l’azionista Tesoro ha fatto presente varie volte la vicenda alla Ue.

L’impegno in tema coronavirus La presidente uscente ha poi sottolineato come Mps e in generale le banche, di fronte all’emergenza Covid abbia «reagito» mettendo oltre il 90% dei dipendenti a casa, con «una risposta immediata e veloce» e ora sta seguendo «passo passo il recupero dei clienti». «Abbiamo messo a disposizione un plafond da 5 mld per fronteggiare l’emergenza, sospese le rate dei finanziamenti ben al di là delle norme del governo e prorogate le scadenze». La presidente ha quindi sottolineato come le autorità regolatorie dovranno mettere le banche «a parità di condizioni» con i soggetti del Fintech che si muovono con molti meno vincoli. «Non tanto alzandoli anche a loro» spiega «ma comunque trovando un equilibrio per tutti» perché attualmente «c’è un’asimmetria molto onerosa».

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