«No all’apertura di un Cpr in Toscana». E’ la posizione di Maurizio Brotini e Gianluca Lacoppola, rispettivamente della segreteria Cgil della Toscana e di Firenze, in merito alla discussione sulla possibile apertura in Toscana di un Cpr .

«Valore politico e culturale non aver mai voluto aprire nella nostra regione un simile centro» Secondo i sindacalisti «occorre impiegare le risorse in un sistema di accoglienza diffusa da rafforzare attraverso l’abolizione dei decreti sicurezza. La Cgil di Firenze e la Cgil Toscana – proseguono – hanno sempre considerato un valore politico e culturale la scelta di non aver mai voluto aprire nella nostra regione un simile centro. Cambiano i nomi ma restano centri in cui rischiano di finire non certo efferati criminali come si vuol far credere, ma persone colpevoli solo di non avere documenti validi o colpevoli di dove essere ancora identificati. Ritenere che, senza alcun tipo di condanna dell’autorità giudiziaria, si possa prevedere di togliere la libertà personale è un errore gravissimo, che ha conseguenze anche nel nostro modo di intendere il senso di convivenza civile».

«Implacabile macchina tritadestini» Per Brotini e Lacoppola «i Cpr inoltre, secondo le ultime indagini, non sembrano aver risolto i ‘difetti’ dei vecchi Cie, che troppo spesso si sono rivelati luoghi dove sono stati continuamente violati i diritti umani e la dignità delle persone. Una ‘implacabile macchina tritadestini’ che, nella spersonalizzazione umana, non si confronta col vissuto delle persone che arrivano nel nostro Paese».

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