Centinaia di lavoratrici e di lavoratori del settore alberghiero fiorentino in appalto rischiano di non ricevere né la cassa integrazione né il bonus di 600 euro per gli intermittenti. E’ quanto denuncia Cgil Toscana in una nota.

Utilizzo smodato del lavoro a chiamata «In questi giorni – spiega il sindacato – l’Inps sta infatti rifiutando loro le relative domande e ad oggi non c’è ancora contezza sulle motivazioni di questi dinieghi. Si tratta perlopiù di lavoratori impiegati da Mapri e Marvet, aziende che gestiscono gli appalti (pulizie, facchinaggio, ristorazione) per tanti e anche importanti hotel fiorentini. Nei confronti delle due aziende la Filcams ha da sempre mostrato contrarietà al modello di gestione effettuato negli anni a Firenze proprio per l’utilizzo smodato del lavoro a chiamata, oltre che per la mancata applicazione del Contratto nazionale del turismo». «In attesa che l’Inps chiarisca le sue decisioni, avverso le quali ci riserveremo di promuovere i relativi ricorsi, vogliamo tuttavia affermare che l’uso smodato del contratto a chiamata da parte di Mapri e Marvet, così come di altre aziende alberghiere dell’ambito fiorentino, costituisce esattamente proprio quel modello di turismo fiorentino che come Filcams Cgil ci auguravamo di non vedere più dopo la crisi pandemica – conclude il sindacato – , e contro il quale abbiamo manifestato qualche giorno fa attraverso una biciclettata nelle vie del centro di Firenze».

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