Fare «ancora più grande» il Maggio Musicale Fiorentino. E’ l’ambiziosa sfida che assume il nuovo sovrintendente Alexander Pereira, che sarà in carica dal prossimo 15 dicembre, anche se per la nomina del nuovo direttore musicale, che dovrà prendere il posto del maestro Fabio Luisi, «ci vorrà ancora circa un anno».

Il sogno? «Riportare il maestro Riccardo Muti a Firenze. Cinque anni per costruire un nuovo concetto per Maggio è una grande sfida, veramente una cosa molto bella e io prometto che farò tutto il possibile per arrivare a un nuovo passo», ha detto Pereira, nel giorno in cui è arrivato il decreto ministeriale con la sua nomina ufficiale a sovrintendente, parlando nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Vecchio con il sindaco Dario Nardella. «Cercheremo di aumentare il pubblico il pubblico internazionale – ha precisato il sovrintendente in uscita dal Teatro della Scala di Milano – costruendo un programma che attiri anche turismo».

Il Festival del Maggio In particolare con il Festival del Maggio, che inizia ad aprile, “faremo concorrenza ai grandi festival internazionali. Io vedo questo festival non solo concentrato su Firenze, che resta prioritaria, ma anche la Toscana dovrà giocare un ruolo, forse non nel primo anno, coinvolgendo anche Lucca, Pisa e Siena. Un evento che si crea in tutta la Toscana potrebbe avere una grande attrazione e coinvolgere di più anche la regione. Noi dobbiamo mettere insieme le nostre forze per creare tutti insieme qualcosa di importante. Datemi un po’ di fiducia – ha detto Pereira – io sicuramente metterò grande entusiasmo, grande amore. Se lavoriamo bene io riuscirò a coinvolgere la città e gli sponsor internazionali e faremo un festival a un livello più alto di adesso».

Il nuovo direttore musicale Quanto al successore del maestro Fabio Luisi, dimessosi lo scorso luglio insieme al sovrintendente Cristiano Chiarot, «per il direttore musicale che ho in testa servirà un anno – ha spiegato Pereira -, ho bisogno di tempo: ho in testa qualcuno e l’ho già detto al sindaco, deve essere quello giusto che va bene a questo teatro che lavora bene, ho bisogno di tempo, devo inserirlo ma non è semplice con la programmazione. Alla fine decido io ma devono decidere anche il coro e l’orchestra del Teatro del Maggio, che devono essere d’accordo a lavorare con questa figura. Serve un po’ di pazienza, ma l’importante è che la decisione sia seria».

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