Foto Ansa
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Nuovo pignoramento per l’Archivio Vasari custodito all’interno della casa museo di Giorgio Vasari nel centro storico di Arezzo.  Ancora una volta l’ufficiale giudiziario si è presentato nella sede di via XX settembre dove si trova il prezioso carteggio ed ha presentato la documentazione di pignoramento che sarebbe stata esercitata da un creditore della famiglia Festari, proprietaria dell’Archivio. La richiesta di pignoramento del preziosissimo Archivio è a titolo di risarcimento di un debito che si attribuirebbe ai proprietari e che, stando a quanto ricostruito, avrebbero novanta giorni di tempo per le controdeduzioni.

I precedenti Era già successo due volte, l’ultima nel 2009. È la terza volta che l’Archivio viene pignorato o, come in questo caso, viene presentata la documentazione per il pignoramento. La prima volta il procedimento era partito dalla Cassa di risparmio di Volterra e l’ultima nel 2009 da Equitalia. Cinque anni fa oltre al pignoramento ci fu anche un’accesa contesa con lo Stato per un tentativo di vendita dell’Archivio ad un magnate russo. Da generazioni l’Archivio vasariano è di proprietà dei conti Festari, quattro fratelli che rivendicano non la proprietà ma il possesso delle carte autografe e dei carteggi del Vasari che, secondo i dettami del Ministero, non potranno mai lasciare la loro sede (la fantastica casa aretina del sommo artista) se non per qualche esposizione.

Archivio VasariL’Archivio è salvo La custodia è attualmente affidata alla Soprintendenza per i Beni Archivistici per la Toscana e le carte dunque non corrono alcun pericolo: nessuno le toccherà. Il carteggio costituisce una preziosa ricostruzione della vita di molti personalità illustri contemporanee a Vasari, compreso Michelangelo, con il quale Vasari scambiò una lunga serie di lettere autografe conservate appunto nell’archivio.

L’avvocato dei proprietari: «E’ stato un fulmine a ciel sereno» Stando a quanto emerso, i fratelli Festari e il loro avvocato Guido Cosulich non erano stati informati del pignoramento e lo hanno appreso a cosa fatta. Secondo il legale il provvedimento di pignoramento dell’Archivio è stato assolutamente inaspettato: «Non è stato notificato nessun procedimento – ha detto – , per questo non riusciamo a capire cosa è successo né come è stato possibile procedere ad una notifica del genere».

 

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