E’ Prato la città che più è stata penalizzata dalla crisi economico-finanziaria degli ultimi 10 anni. Un dato noto, messo nero su bianco questa mattina dal Sole 24 Ore che ha analizzato i redditi delle città italiane confrontando il periodo pre-crisi con gli ultimi anni. Tra il 2007 e il 2015 la provincia pratese ha perso 6,22 punti percentuali. Al contempo il reddito medio si attesta sui 20.188 euro, a fronte di una media nazionale di 20.798 euro. «La media dei redditi nazionali è più o meno come quella dei pratesi, ma la differenza è che la crisi sul territorio italiano ha fatto scendere i redditi dell’1,32%, mentre da noi si è portata via oltre 6 punti percentuali – ha commentato il sindaco Matteo Biffoni – Una crisi dura, che ha visto chiudere tante aziende e per la prima volta ha creato sul nostro territorio il problema occupazionale. Da sempre sostengo che tra le mille sfide quotidiane, il problema principale è e resta il lavoro, la creazione di occupazione e di redditi. Lo vediamo dai dati del servizio sociale, dalla fila di persone che sono in difficoltà».

Il sindaco: «Nostro dovere stare vicino a chi fa impresa» Negli ultimi tre anni l’imponibile Irpef è andato aumentando, passando da 10,8 miliardi nel 2012 a 12,1 nel 2017. «Sicuramente parte di questa crescita è legata all’emersione dell’evasione, ma ci vogliamo leggere anche un segnale positivo di ripresa dei redditi – ha aggiunto Biffoni – Questo però non ci esime da una riflessione con tutte le parti attive della nostra società sulla trasformazione del distretto pratese e su come il nostro territorio, depauperato dalla crisi, possa far fronte a nuove sfide. L’amministrazione comunale non può creare lavoro, ma ha il dovere di stare vicino a chi fa impresa – ha concluso il sindaco Biffoni – Allo stesso tempo lavorare su progetti di rilancio della città, delle infrastrutture, aprire i cantieri significa dare una città migliore ai cittadini e alle imprese del nostro territorio».

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