«Questo cantiere è l’emblema dei motivi che spingono allo sciopero di domani». Così Marco Carletti della Fillea-Cgil, Stefano Tesi della Filca-Cisl e Laura Zucchini della Feneal-Uil dal presidio di stamani al cantiere Tav di via Circondaria di Firenze. Un’iniziativa promossa in vista dello sciopero generale di domani che riguarderà l’intero settore delle costruzioni e che porterà migliaia di lavoratori in piazza del Popolo a Roma.

Con sblocco oltre 2mila posti di lavoro «Un’opera già finanziata e cantierizzata ferma, mentre il settore delle costruzioni sta vivendo una delle crisi più gravi dal dopo guerra. Noi stimiamo che solo sul territorio fiorentino se si sbloccassero tutte le opere già finanziate e pronte a partire, oggi si creerebbero oltre 2000 posti di lavoro. Per questo chiediamo al governo delle risposte concrete».

I numeri della crisi A Firenze negli ultimi 10 anni, spiegano ancora i sindacati, si sono persi circa 5000 posti di lavoro nelle costruzioni: nel 2009 erano 12.500 i lavoratori, oggi sono rimasti in 7.500. Lo stesso per le imprese edili: ne mancano all’appello 850 (nel 2009 erano 2500, oggi sono 1650.  Per rilanciare il Paese occorre quindi una politica industriale in grado di ridare vigore all’intera filiera delle costruzioni: dall’edilizia ai materiali, dal settore del legno e arredo al cemento, dai lapidei al settore dei laterizi. Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil hanno chiesto un tavolo a Palazzo Chigi per dare una risposta alle oltre 600 mila persone che hanno perso il lavoro e al milione che rischia di perderlo. A sostegno di questa richiesta, ancora inascoltata, i sindacati dell’edilizia di Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato uno sciopero generale di 8 ore, intero turno, per domani venerdì 15 marzo in tutti i settori dell’intera filiera delle costruzioni.

 

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