22.jpeg A Rondine, minuscolo borgo medievale a pochi chilometri da Arezzo, c’è il quartiere generale di Rondine Cittadella della Pace, una realtà  di incontro e convivenza con una missione ben precisa: promuovere la cultura della risoluzione dei conflitti bellici attraverso l’esperienza di giovani che scoprono “l’altro” attraverso la convivenza. Come si può riuscire  ad instaurare un dialogo di pace in un momento storico come il nostro? Con un progetto di formazione coraggioso: uno Studentato internazionale che accoglie i ragazzi qui a Rondine dopo un percorso di selezione nei loro Paesi, per seguire corsi di laurea e post laurea nelle università italiane. Durante gli studi seguono anche corsi gestiti dallo staff in confidence building. Al termine del loro percorso diventano Rondini d’Oro, cioè ambasciatori di pace, e ritornano nei loro paesi di origine con una nuova visione di dialogo e risoluzione del conflitto. Entrano anche a far parte di una rete internazionale di ex studenti Rondini d’Oro, che ha il compito di tracciare nuove strade di pace e diplomazia.

50.jpegVoci per la Pace: le testimonianze di Rondine per il Medio Oriente Un borghetto fatto di poche case è così diventato un crocevia di mondi, storie, dolore e speranze, nel racconto di ragazzi speciali. Israeliani e Palestinesi, insieme. “Noi israeliani abbiamo costruito un muro, abbiamo fatto dei check points – racconta Raz, 24 anni, israeliano, studente di psicologia arrivato a Rondine un anno fa -. Siamo diventi così bravi nella separazione che le uniche persone che vedono i palestinesi nella vita reale sono soltanto i nostri soldati. Come possiamo costruire la pace se non possiamo incontrare i palestinesi? Se non si vede, non si può parlare. Se non si parla, non si può sentire. Se non si sente, non si può avere comprensione, né fiducia. Ci sono molte sorprese nella vita quotidiana a Rondine, Ma una delle più grandi è stata che il primo palestinese che io abbia mai incontrato è stato all’età di ventitré anni e a migliaia di chilometri di distanza dal mio paese. A Rondine! Ibrahim oggi è uno dei miei migliori amici, anche se ci sono cose che semplicemente non vediamo allo stesso modo. Ma io adesso posso rispettarlo. C’è una nuova realtà, è un dato di fatto. Ma all’interno di quella nuova realtà, possiamo vivere insieme». Khaled è una Rondine d’Oro, ovvero un ambasciatore di pace. È arrivato nella Cittadella nel 2003, ed è stato il primo studente palestinese di Rondine: Khaled è cristiano e oggi vive a Betlemme con la moglie e il figlio di un anno e mezzo, lì insegna l’italiano. Dall’8 luglio, giorno dell’inizio dell’operazione “Margine di Sicurezza”, vive sotto le bombe. Dalle 9 di sera fino alle 4 del mattino circa, quasi ogni notte cominciano i bombardamenti e ogni sera va a dormire con la paura di non svegliarsi il giorno dopo. Queste le sue parole: «Preghiamo prima di tutto – dice Khaled – chiediamoci se quello che facciamo è giusto per noi, per il nostro futuro, per la Storia, per la nostra terra, la Terra Santa, quella terra sacra per le tre grandi religioni monoteiste. Siamo tutti figli di quella terra e se Dio ha voluto così, ci deve essere un motivo e dobbiamo leggerci un messaggio, un messaggio di fraternità e speranza, che oggi non riusciamo a vedere ma che è scritto nel destino di tutti gli uomini, di tutte le religioni. Una terra che deve testimoniare che nella diversità si può stare insieme e vivere in pace». Alla luce delle notizie che arrivano da Israele e dalla Striscia di Gaza, delle tregue ora finte ora parziali, dei troppi morti, il discorso di Khaled sembra provenire da un altro pianeta, da un mondo possibile che in pochissimi riescono a vedere. Tra questi ci sono quelli di Rondine,  che non “auspicano” la pace ma cercano di “farla fare”.

40.jpegUn isolamento costruttivo Agenziaimpress.it ha visitato oggi lo studentato, all’ora di pranzo, una meraviglia di pace, allegria, incitamenti delle cuoche toscane a parlare da subito l’italiano. Nella splendida cornice della Cittadella affacciata sull’Arno, nella riserva naturale regionale Ponte a Buriano e Penna, isolati dal caos cittadino e nella pace bucolica di Rondine. Il clima rilassato di questi luoghi contribuisce a creare un ambiente disteso. Gli studenti di Rondine si spostano di rado. Sono loro concessi solo due giorni a settimana fuori dallo studentato e quasi esclusivamente per motivi didattici. Non hanno mezzi privati per spostarsi: si muovono con l’autobus, la cui ultima corsa però è alle 7 di sera, e con due auto che usano a turno. Gli spazi per il divertimento non mancano: giardini, palestra, sale comuni con ping-pong, biliardino e  video proiettori. Questo isolamento, apparentemente stringente, favorisce quel clima di condivisione che è il pilastro della filosofia di Rondine.

13.jpegStudiare e vivere insieme per diventare leader pacifici di domani Giovani provenienti da diverse culture e da Paesi spesso storicamente nemici, arrivano a Rondine con un bagaglio di esperienze a volte molto pesanti. La realtà da cui ognuno di loro proviene ha generato sospetto, diffidenza, rancore, odio e vendetta. Quando arrivano a Rondine da Balcani, Caucaso, Medio Oriente, Subcontinente indiano, Africa subsahariana, questi ragazzi sono intenzionati a lasciarsi alle spalle le convinzioni alimentate per anni dalla propaganda, imparano a conoscere l’altro, studiano insieme e iniziano a cambiare.

16.jpegLa ricetta di Rondine per diffondere la pace La giornata tipo di questi ragazzi è scandita dalle esigenze dei percorsi accademici (soprattutto nelle università toscane e romane) e contemporaneamente da un percorso formativo interno basato sui principi del dialogo e della convivenza tra diverse culture. Per ogni biennio Rondine ospita contemporaneamente trenta studenti, quindici nuovi ogni anno. Gli studenti sono coinvolti in tutte le attività organizzate dall’associazione, dalla loro pianificazione fino alla messa in atto, incluse le attività artistiche, il dialogo interculturale e interreligioso, gli incontri con diplomatici, esperti e politici, le presentazioni e le conferenze nelle scuole e nelle università. Inoltre, sono coinvolti in progetti speciali, come quelli di formazione con studenti italiani o gruppi di studenti internazionali.

30.jpegLa Verna, Camaldoli e Rondine, legate da un unico credo Appena giunti a Rondine non si può fare a meno di ammirare il grande monumento simbolo dell’associazione: quattro rondini nel cielo azzurro, ognuna in volo verso uno dei quattro punti cardinali, tutte però ancorate a terra da tre maestosi massi, uno proveniente dall’Arno, uno dal monte della Verna, l’altro da Camaldoli. Sono le Rondini d’Oro che ritornano a casa con un messaggio di pace, nato nella Cittadella ma con profonde radici in quei luoghi che sedici anni fa hanno ispirato e guidato i fondatori dell’associazione verso un progetto di tolleranza e comunione.

1.jpegTanti progetti, un solo obbiettivo Sono tanti i progetti di formazione anche per bambini, adolescenti, giovani e adulti, italiani e stranieri. Il quarto anno liceale a Rondine è un’opportunità di studio offerta agli studenti dei licei italiani (classico, scientifico, scienze umane) che desiderano vivere un’esperienza scolastica fuori dall’ordinario. Il progetto non è ancora attivo, è aperto infatti il cantiere di costruzione della scuola che dovrebbe essere inaugurata il prossimo primo settembre. I trenta ragazzi studieranno a Rondine, fino al 15 giugno 2015, seguendo i corsi delle discipline del proprio indirizzo curricolare, confrontandosi con lo Studentato Internazionale e aprendo il proprio sguardo alle problematiche del mondo. Rondine, Notizie dalla Cittadella della Pace, è il periodico bimestrale nato nel 2008, diffuso in circa 15.000 copie, ricco di notizie, interviste e approfondimenti a carattere sociale, culturale, artistico, politico, economico e religioso.

7.jpegPorte aperte Scolaresche, docenti, gruppi e singoli possono vivere un pizzico dell’esperienza di Rondine. È possibile infatti partecipare a seminari, incontri, funzioni religiose, concerti, presentazioni di libri e approfondire il progetto di dialogo e costruzione di pace dell’associazione. Forse, come abbiamo fatto noi, si può iniziare andando a pranzare insieme ai ragazzi e ad un costo veramente contenuto.

 

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